“Dovremmo essere più semplici, come gli uomini, e affrontare le cose in modo meno complesso”: Serena Castellani, Conceria Sciarada

“Ho sempre ricevuto rispetto da parte di chi lavora con noi e da parte dei nostri fornitori. Forse questo fa parte dei pro e contro di essere ‘la figlia di’. Magari ti dicono sempre di sì perché sei la figlia del padrone, ma quello che conta alla fine è quello che sai fare”. Serena Castellani racconta la sua vita di imprenditrice all’interno di Conceria Sciarada di Castelfranco di Sotto, guidata dal padre Ezio Castellani. “Come donna in conceria non mi sono mai sentita discriminata. Se sei una persona seria, preparata e corretta non dovrebbe esserci differenza tra uomini e donne. Purtroppo è vero che gli uomini in generale sono favoriti. Io però non mi sono mai trovata in difficoltà, anche forse per il ruolo che ho”. Serena è entrata a lavorare nell’azienda di famiglia nel 2010 dopo aver studiato e aver lavorato in tutt’altro ambito: “Ho esercitato alcuni anni come veterinaria. Venivo da un ambiente completamente diverso. In quell’esperienza ho fatto più fatica a far valere le mie competenze perché, a parità di professionalità , a un uomo viene data sempre più fiducia”. L’essere una donna che lavora in un ambiente prettamente maschile fa sì che la propria femminilità vada un po’ tenuta nascosta: “Sul lavoro vanno messi da parte i sentimenti. Noi donne siamo più sensibili, a volte troppo. Dovremmo essere più semplici, come sono gli uomini, ed imparare ad affrontare le cose in modo meno complesso. Ma spesso è una questione di carattere…”. Serena ha una figlia, ma affronta la conciliazione tra famiglia e lavoro con molta tranquillità: “È un po’ complicato, ma fattibile. Ce la possiamo fare”. Un rimprovero Serena lo fa alle donne stesse: “Spesso siamo noi donne che ci tiriamo la zappa sui piedi. Quando pretendiamo da parte degli uomini gesti di galanteria e particolari attenzioni, come ad esempio la porta tenuta aperta o la precedenza. Sono anche questi piccoli gesti che sottolineano la differenza. Va bene la cortesia, anch’io la accolgo volentieri, ma se si vuole l’uguaglianza non si devono pretendere particolari accortezze. Ne possiamo fare a meno”.

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