Il Bangladesh alla sfida della Festa del Sacrificio: top o flop?

Il Bangladesh alla sfida della Festa del Sacrificio: top o flop?

Top o flop? In Bangladesh le opinioni sulla strategia che il governo ha adottato per gestire al meglio l’Eid-ul-Azha (Festa del Sacrificio) sono molto contrastanti. Secondo le autorità tutto ha funzionato per il meglio: sono state messe sotto sale tempestivamente e in modo corretto le pelli ricavate dalle macellazioni rituali. I commercianti del settore, invece, lamentano l’impossibilità di affrontare i costi di gestione della materia prima conciaria. Le concerie e i depositi non possono infatti acquistarla a causa delle misure restrittive che lo stesso governo ha imposto per fronteggiare la nuova ondata di Covid.

I numeri del mercato zootecnico

Secondo i dati del Ministero della Pesca e del Bestiame, riporta thedailystar.net, durante l’Eid-ul-Azha gli allevatori hanno venduto oltre 9 milioni di bovini a fronte di 11,9 milioni di capi disponibili. Le vendite online di animali sono cresciute del 4,5% rispetto all’anno scorso. Il giro d’affari di questo commercio ha portato a incassare in totale 27,3 miliardi di taka, equivalenti a circa 274 milioni di euro.

Top o flop?

“Grazie alla preparazione preliminare e alla supervisione generale del governo, questa volta non c’è stata alcuna cattiva gestione della pelle grezza”, ha annunciato domenica 25 luglio, cioè al termine dell’Eid-ul-Azha, il ministro delle Industrie. Come scrive dhakatribune.com, il ministro ha spiegato che la materia prima conciaria è stata trattata in modo tempestivo, che le scorte di sale erano adeguate e per questo nessuna pelle è stata danneggiata.

Le difficoltà dei commercianti

Ma non tutto sta andando per il meglio. I trader che hanno recuperato le pelli lamentano l’impossibilità di proseguire a lungo la gestione del grezzo in questa maniera. Per contrastare la diffusione del Covid, il governo ha infatti imposto nuovi blocchi all’industria. Tra i settori colpiti anche quello conciario. Ma i commercianti segnalano la necessità di consegnare le pelli grezze alle concerie perché le lavorino, altrimenti andranno incontro a costi eccessivi di gestione. Non potendoli affrontare, molte pelli potrebbero essere abbandonate lungo le strade e lasciate lì a marcire. “Se le persone coinvolte nella conservazione della pelle non possono andare nelle concerie e nei depositi, la pelle marcirà nei prossimi giorni – denuncia al Financial Express il segretario generale di Chattogram Leather Arothdar Samity -. Quindi chiediamo al governo di escludere dal blocco i lavoratori delle concerie e dei depositi di pelli”. (art)

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