[articolo sponsorizzato] Che il 2025 sia stato un anno favorevole per la crosta scamosciata è cosa nota nel settore, ma c’è chi ha saputo sfruttare il momento propizio come trampolino di lancio. È così che la conceria Hashtag Florence di Santa Croce sull’Arno segna un aumento del fatturato del 70-75% rispetto al 2024 e si appresta a chiudere l’anno raggiungendo gli 8,5 milioni di euro. “Abbiamo cavalcato questa richiesta della moda in maniera spasmodica”, racconta il titolare Lucio Verbeni. Alla luce di questa impennata di lavoro, Hashtag ha deciso di investire. A inizio 2026 inaugurerà un nuovo stabilimento a Ponte a Cappiano (Fucecchio): 1.600 metri quadrati per incrementare la propria capacità produttiva.
Il caso Hashtag Florence
Come siete riusciti ad aumentare così il fatturato?
Abbiamo saputo sfruttare al meglio un trend di mercato che ha visto aumentare la richiesta di crosta scamosciata, che produciamo da sempre, insieme ai vitelli rovesciati.
Qual è stato il vostro percorso di crescita negli anni?
Quest’anno dovremo raggiungere gli 8,5 milioni di euro, passando dai 4,8 milioni del 2024 e dei 3,8 del 2023. Nel 2024 abbiamo avuto una crescita del 25% rispetto all’anno prima. In due anni abbiamo più che raddoppiato il fatturato. La nostra è un’azienda relativamente giovane: la crescita è stata veloce.
Quando siete nati?
Hashtag è partita nel 2017 da Castelfranco di Sotto per iniziativa di tre soci. Oltre a me, Gianmarco Pinori e Andrea Mannucci. Nel settembre 2019 ci siamo trasferiti nel quartier generale che comprende uffici amministrativi, logistica, magazzino a Santa Croce sull’Arno. Adesso aggiungeremo una nuova struttura produttiva a Ponte a Cappiano.
Un vantaggio strategico
Quanti dipendenti avete?
Al momento siamo in 13. A gennaio sono previste due nuove assunzioni e a marzo altre due. Due figure tecniche che saranno dedicate alla selezione del pellame e altre due più operative.
È stato facile trovare nuovi addetti?
La ricerca del personale è stata una delle cose più difficili. Ma abbiamo un team molto affiatato, di ragazzi con un’età media sui 32-33 anni. È un bel gruppo. Tutti hanno partecipato al progetto di crescita in maniera attiva e questo gli verrà riconosciuto. Perché un’azienda vada bene devono essere contenti in due: i clienti e il personale. Se i dipendenti non sono contenti, è difficile che l’azienda cresca.
Cosa ha fatto la differenza per permettere questo salto in avanti?
Uno dei tre soci ci permette di avere una garanzia di reperimento della materia prima. È uno dei più grandi fornitori di grezzo delle concerie italiane con Sapa (Santa Croce sull’Arno). E questo ha fatto la differenza.
C’è un problema di reperimento?
Sì, tanti hanno difficoltà a evadere gli ordini perché hanno le richieste, ma non hanno la materia prima. Noi abbiamo questo vantaggio strategico.
Crescere e investire
Come si gestisce una crescita del 70%?
Siamo stati bravi, ma una crescita del genere ci ha destabilizzato. È prevista un’ulteriore crescita nel 2026. Da qui è nata la necessità di investire nella nuova conceria.
Come sarà la nuova struttura?
Abbiamo comprato un capannone di 1.600 metri quadri coperti, tutto da ristrutturare, dove nascerà il reparto produttivo del bagnato. In questo modo diventiamo una conceria a tutti gli effetti. Sarà una struttura elastica. Vogliamo investire, ma con un occhio preparato a un eventuale ritorno a numeri inferiori. Vogliamo fare un passettino alla volta.
Quando sarà pronta la nuova conceria?
Tra gennaio e febbraio 2026. Con questa nuova struttura potremmo avere un controllo maggiore sulla filiera. Sarà un edificio ecocompatibile, dotato di un impianto fotovoltaico che andrà a coprire il 50% dei nostri consumi. Poi bottali di ultima generazione tutti automatizzati e macchinari per il recupero del cromo.
Avete investito anche in comunicazione?
Sì. Abbiamo fatto un restyling del nostro logo e lo scorso settembre a Lineapelle abbiamo lanciato un nuovo stand in collaborazione con la designer Maria Vittoria Paggini, dello studio Casa Ornella Milano. È una partnership di cui andiamo molto fieri perché lo stile è parte integrante del nostro mondo.
Il rallentamento del mercato
Quali sono i vostri clienti principali?
I settori d’indirizzo sono: 50% pelletteria, 40% calzatura e 10% abbigliamento. Noi lavoriamo per l’80% con brand dell’alta moda, i cosiddetti big. Il 20% della produzione è dedicato a gruppi e marchi che non appartengono all’extra lusso, ma che ci garantiscono grossi numeri produttivi. Sono entrambi committenti importanti.
Non avete risentito del rallentamento del lusso?
La tendenza del nostro prodotto ci ha salvato. Mentre tutto il resto si è dimezzato, e a volte fermato, la crosta non si è mai fermata. Anzi è cresciuta sempre di più.
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