In Francia si buttano 50.000 tonnellate di pelli di pesce ogni anno: la startup Cuir Marin le vuole recuperare e conciare

Il ragionamento non fa una grinza (anche se, sotto il profilo produttivo non rappresenta una novità). Il progetto ha raccolto i fondi necessari per diventare realtà. Siamo in Francia, dove la startup Cuir Marin de France è pronta ad avviare una piccola conceria specializzata in pelli di pesce. Tre i fondatori, tutti ingegneri chimici del centre Technique du Cuir: Benjamin Malatrait, Gauthier Lefébure et Emmanuel Fourault. “Quasi il 100% delle pelli bovine sono valorizzate dalla conceria. Quasi lo 0%, invece, delle pelli ittiche”” dice Malatrait, sottolineando come questo rappresenti “un potenziale enorme di sviluppo” e che “non andremo certo ad allevare pesci per la loro pelle. Il nostro punto di partenza è l’esatto contrario. Per la pelle bovina, lo scopo è valorizzare un rifiuto dell’industria alimentare: in Francia, ogni anno, finiscono nella spazzatura 50.000 tonnellate di pelli di pesce”. Da qui la decisione di sviluppare un processo di concia basato “solo su molecole di origine vegetale” e di lanciare una campagna di crowfunding che, oggi, ha raccolto 100.000 dei 300.000 euro necessari per avviare la conceria, sufficienti, però, a garantirgli l’accesso al credito bancario. La fabbrica dovrebbe partire nell’aprile 2019, sarà a Chessy (nel Beaujolais) avrà 6 dipendenti e punta a raggiungere un fatturato di 1 milione di euro nel giro di 3 anni. Nicchia estrema, dunque, per una conceria che, all’inizio, tratterà pelli di salmone, per differenziare la produzione negli anni successivi, introducendo la carpa e lo storione. Target: i clienti del lusso, ça va sans dire.

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