Kenya, un brand nazionale e la solidità di filiera (che suona “facciamo cartello”) per l’export dell’area pelle

Un unico marchio commerciale e una filiera compatta per rafforzare l’export dell’area pelle del Kenya. È il progetto annunciato durante un workshop a Nairobi organizzato dagli enti che regolano la categoria. I fronti d’azione sono due: da un lato l’output commerciale, il brand Kenya che fornisca ai clienti esteri un marchio di immediata riconoscibilità. Dall’altro una sorta di solidarietà di cluster che consenta alla manifattura di essere competitiva. “Abbiamo bisogno che gli allevatori aderiscano a standard di qualità che consentano l’innalzamento qualitativo delle pelli grezze”, è la posizione del Leather Apex, sigla che rappresenta le imprese del settore, ripresa dalla stampa locale. “Le concerie devono a loro volta mettersi d’accordo sul prezzo del materiale finito per i produttori – continua –, garantendo lo scarto dei pellami di qualità inferiore e la fornitura di pelli di prima qualità. I benefici dell’espansione sul mercato globale sono per tutta la filiera”. Il successo dell’operazione passa dall’adesione delle imprese al progetto.

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