La frenata agostana dell’export di pelle dal Brasile si può leggere su due piani (entrambi negativi). Non solo, vista l’attitudine all’acquisto dei principali clienti del Paese sudamericano, segna ancora una volta la debolezza della domanda internazionale. Ma, poi, rappresenta un ulteriore deterioramento, riconosce l’associazione di riferimento CICB, del fatturato estero brasiliano nel confronto con un mese (agosto 2024) che già fu critico.
La brutta frenata agostana
Il report di CICB (che elabora i dati di SECEX, l’agenzia per il Commercio Estero) spiega perché i risultati di agosto siano così insoddisfacenti. L’export mensile delle pelli a tutti gli stadi di lavorazione ha registrato (con oltre 82 milioni di dollari) il -7,2% su base annua e il -7,9% rispetto al luglio subito precedente. La performance è amaramente in linea con il trend del periodo gennaio-agosto, dove il fatturato estero complessivo (743,5 milioni) si è attestato sul -12,6%, mentre quello in volume si è diviso tra il -5,3% in superficie e +3,6% in peso. I principali clienti, dicevamo, hanno tutti comprato meno. La Cina ha segnato il -16% in valore (ancora peggio ha fatto Hong Kong con il -45,5%). Gli Stati Uniti, intanto, hanno messo a bilancio il -9,5%, mentre l’Italia il -15,5%.
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