No, caro Thomas, non hai salvato quelle mucche: perché gli interni vegani di Polestar (Volvo) sono solo populismo green

Polestar, marchio svedese delle auto elettriche proprietà del gruppo Volvo, ha deciso di usare tessuti per gli interni dell’ultimo modello, Polestar 2. E, fin qui, non abbiamo nulla da obiettare. Per definire i materiali impiegati, i designer del brand (la risposta scandinava a Tesla, potremmo dire) scelgono di usare l’aggettivo “vegan”: e qui cominciamo ad arricciare il naso. Gli argomenti scelti dal ceo Thomas Ingenlath per presentare lo scorso 27 febbraio Polestar 2 al pubblico ci fanno, infine, cadere le braccia. “L’attenzione per l’ambiente va oltre il motore elettrico”, dice il manager, mentre sul mega-display alle sue spalle compare l’immagine bucolica di mucche al pascolo. “Abbiamo progettato i nostri interni – prosegue – per promuovere e accelerare il passaggio dell’automotive verso il leather free”. Insomma, Ingenlath sta creando le premesse per portare l’uditorio verso il luogo comune per eccellenza del fashionismo vegano: che, cioè, fare a meno di qualsiasi materiale di origine animale rappresenti da solo un merito assoluto. Per rinforzare il concetto, il ceo aggiunge: “Vi risparmio gli inquietanti video della produzione di massa della pelle – parole sue –. È la gioia e la bellezza dell’alternativa che offriamo che deve convincere i nostri clienti. Abbiamo progettato gli interni vegani più belli mai visti nel settore premium”. Lo svarione è talmente grosso da far scivolare in secondo piano la più banale contrapposizione tra un variopinto ed allegro mondo dei materiali sintetici e la tetra sfera della pelle. L’idea che suggerisce il ceo di Polestar è che ci siano, al mondo, bovini allevati e macellati per il loro derma. E che, smettendo di usare la pelle conciata, si possa spezzare una sorta di catena degli orrori. Chiunque abbia la seppur minima consapevolezza di questo mondo sa che mucche, vitelli e buoi sono allevati per fini alimentari, per la loro carne e il loro latte. E che la concia in questa filiera ha un merito, questo sì davvero green: dare una seconda vita a uno scarto industriale. Perché senza processo conciario le pelli dei bovini, già macellati per altre ragioni, andrebbero semplicemente smaltite in discarica. Si chiama economia circolare e la concia la fa da sempre. La claque in sala alla presentazione di Polestar 2 non può che applaudire al discorso del boss. Ma Ingenlath si sbaglia di grosso: le mucche della diapositiva non le ha salvate.

screenshot da www.polestar.com

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