Pelle al vino? Binomio (non nuovo) che piace. L’agronomo/pellettiere Tommaso Cecchi de’ Rossi conferma

L’idea di unire due tradizioni d’eccellenza toscane continua a riscuotere grande successo: pelle e vino si incontrano in borse e accessori grazie a una tecnica di tintura e concia che utilizza i rifiuti delle vinacce. Tommaso Cecchi de’ Rossi, giovane agronomo di Pistoia, ha portato questa idea nella pelletteria, dopo che, applicata alla calzatura, era già stata proposta in una limited edition da Moreschi in collaborazione con Antinori. In quel caso le vinacce della famiglia Antinori erano parte di una miscela con la quale veniva tinta la tomaia in vitello pieno fiore da un maestro artigiano. Nel caso di Cecchi de’ Rossi, invece, l’idea è nata alcuni anni fa grazie all’influenza della famiglia che lavora la terra e produce vino da generazioni. La sua ispirazione riguarda pigmenti e tonalità da lavorare in modo artigianale, lo stesso procedimento di colorazione viene fatto anche su altri materiali (ad esempio il caucciù) accostati a tessuti e pelli di pregio, come il coccodrillo.

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