Scarpe e pelli: non è un 2025 felice per la filiera spagnola

Scarpe e pelli: non è un 2025 felice per la filiera spagnola

Per ora non è un 2025 felice per la filiera spagnola della pelle, che registra una riduzione delle vendite all’estero sia per i pellami che per le calzature. E in questo risultato poco soddisfacente c’entra l’Italia.

Non è un 2025 felice per la scarpa

Lo scorso maggio per la prima volta in cinque anni le esportazioni spagnole di calzature sono diminuite. Non sembra un caso isolato quanto l’inizio di un trend. Infatti, secondo la Direzione Generale delle Dogane nel periodo gennaio e luglio 2025 le esportazioni di scarpe sono state di quasi 104,6 milioni di paia per un valore di oltre 2 miliardi di euro. Rispetto allo stesso periodo del 2024, le paia spedite sono diminuite dell’1,2% mentre il fatturato è sceso del 2,5%. I principali mercati sono, in valore, Francia (+5,2%), Italia (-15,6%), Germania (-4,3%), Portogallo (+7%) e Polonia (+9,9%). Viceversa, nello stesso periodo le importazioni di calzature sono cresciute sia in quantità (+11,6%) che in valore (+8,1%). Dall’Italia sono arrivate in Spagna più paia di scarpe ma con un valore minore (-3,5%) rispetto all’analogo periodo del 2024. (fonte Revista del calzado)

 

 

Neanche per la concia

Nei primi sette mesi di quest’anno, intanto, le esportazioni dell’industria conciaria spagnola sono scese per quello che riguarda la categoria dei pellami grezzi e finiti. Solo l’export di pelli semiconciate è cresciuto. Secondo i dati della Direzione generale delle Dogane, riepilogati da Lederpiel, tra gennaio e luglio 2025 le esportazioni di pelli grezze sono diminuite su base annua del 6,3% (4,7 milioni di euro in meno) e quelle di pelli finite del 3,5% (8,9 milioni di euro in meno). Le vendite all’estero di pelli semilavorate sono cresciute del 2,6% (8,4 milioni di euro in più). L’Italia è il primo mercato di destinazione per tutte e tre le categorie. Ma lo è (tranne che per il grezzo) anche per le importazioni. Quelle di pelli grezze sono diminuite dello 0,6% (200.000 euro in meno) così come quelle di pelli finite del 3,3% (-5,5 milioni di euro). L’import di pelli semiconciate è invece salito del 18,4% (+10,5 milioni di euro). (mv)

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