Fake Stop! Firmato a Firenze il Protocollo d’Intesa per insegnare ai giovani a diffidare dalle imitazioni

La lotta alla contraffazione, all’italian sounding e all’abusivismo commerciale comincia sui banchi di scuola. È attorno a questa convinzione che ieri è stato firmato a Firenze un Protocollo di Intesa tra Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (MIBAC), Guardia di Finanza, Confindustria, Confcommercio, Coldiretti, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa, Fondazione Osservatorio sulla Criminalità nell’agricoltura e sul Sistema Agroalimentare, alla presenza del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). Per “innescare un cambiamento culturale e comportamenti consapevoli di acquisto di beni protetti da un titolo di proprietà intellettuale” bisogna “puntare prioritariamente alle giovani generazioni”. Questo il pensiero condiviso dai diversi soggetti per dare il via ad azioni comuni rivolte agli studenti a livello nazionale. L’obiettivo è innescare un cambiamento culturale che contribuisca alla riduzione della domanda di prodotti falsi e a sensibilizzare sui danni che il mercato del falso arreca al sistema economico nazionale. In Italia il fatturato del falso ammonta a circa 7 miliardi di euro, con una perdita di gettito fiscale stimata in 5,7 miliardi di euro, oltre a 100.000 posti di lavoro sottratti all’occupazione legale. Nelle classifiche dei prodotti più contraffatti, al primo posto, per valore del fatturato, ci sono l’abbigliamento e gli accessori moda. Non a caso il grido d’allarme parte dalla Toscana, centro vitale della produzione pellettiera. (mvg)

 

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