Made in Italy, falsi, calzatura: i Cinque Stelle vogliono la certificazione di provenienza obbligatoria

“Le calzature made in Italy, e soprattutto quelle made in Marche sono prodotti di successo apprezzati in tutto il mondo. Per l’economia della nostra regione si tratta di un segmento cruciale e una pedina fondamentale del nostro sistema export”. Inizia così la nota di Patrizia Terzoni e Filippo Gallinella, portavoce del M5S presso la Camera dei Deputati. “Come M5S”, spiegano, “da anni siamo in prima linea contro la contraffazione, e nella relativa commissione d’inchiesta nel 2015 siamo riusciti a far approvare una relazione a firma Filippo Gallinella con diverse proposte normative su etichettatura e made in Italy. Purtroppo però ogni intervento nell’ultimo anno si è arenato, e i pochi fatti non hanno prodotto risultati: è il momento di invertire la rotta”. Il riferimento è all’introduzione di una norma che: “Obbligherebbe sia il fabbricante che l’importatore ad indicare l’origine ricollegandosi a quanto previsto nel codice doganale. Questa norma, nonostante abbia trovato il voto favorevole del Parlamento europeo è attualmente in stand-by. Su questo punto non ci arrendiamo e continueremo a lottare affinché si introduca l’indicazione obbligatoria dell’origine del prodotto”. “Basta melina, bisogna far presto”, concludono dopo aver ricordato che solo nelle Marche il calzaturiero, nel 2016, ha osservato una decrescita dell’export pari al 6%. (mc)

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×