Brexit “ti fa cheap”: a Londra il lusso costa meno. Ma la sterlina debole è anche un problema

Prendiamo la borsa Louis Vuitton Speedy 30: il 7 ottobre nelle boutique francesi il prezzo di cartellino era di circa 770 euro, in quelle statunitensi di 880, in quelle cinesi di 1012. E a Londra? Di 727, vale a dire il prezzo più basso di tutti. Un altro esempio? Il prodotto Elephant Purse di Loewe lo stesso giorno andava a 300 euro a Parigi, a 345 negli States e a 393 a Pechino. Il prezzo negli store inglesi, invece, era di 282 euro. Brexit sta facendo dell’Inghilterra l’isola degli affari per il mercato di lusso. Lo rivela un’indagine Deloitte anticipata dal Wall Street Journal. È la svalutazione della sterlina, che dal voto referendario del 23 giugno ha perso il 17% del valore in confronto al dollaro, la chiave del successo “cheap” del mercato alto di gamma di sua maestà. Il cambio favorevole ha spinto i big spender di tutto il mondo a organizzare viaggi nel Regno Unito per dedicarsi allo shopping. Mentre ad agosto la spesa tax free in UK è aumentata del 36%, l’agenzia britannica del turismo riporta che le visite già prenotate nel trimestre ottobre-dicembre sono aumentate del 6% dagli USA, dell’11% dall’India e del 24% dalla Cina. Per le griffe bene, ma non benissimo. Secondo gli autori della ricerca Deloitte, se la sterlina debole nel medio termine si dovesse confermare la norma, le maison del lusso interverranno con un riallineamento del pricing. Per saperne di più sull’industria della moda inglese, clicca qui e scopri il focus di Mdp-LaConceria sul fashion system londinese a tre mesi dalla Brexit. (rp)

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