Dopo le dichiarazioni della CFO di LVMH, Cécile Cabanis, sull’inchiesta in corso sul caporalato nella moda italiana, arriva la risposta del presidente di Confindustria Moda, Luca Sburlati. In una nota riportata da Ansa, il rappresentante dell’associazione prende posizione in difesa dell’intera filiera, sottolineando l’importanza della legalità ma anche la qualità e la centralità del sistema produttivo italiano. Un sistema fatto di centinaia di migliaia di lavoratori e decine di migliaia di imprese.
“Non è la norma, ma l’eccezione”
“Esistono, ed è evidente, casi di irregolarità e illegalità che vanno contrastati con fermezza – sottolinea Sburlati – ma è importante sottolineare che questi episodi non rappresentano la norma, ma piuttosto l’eccezione. L’Italia resta il cuore manifatturiero del fashion mondiale, con una capacità produttiva che copre, a seconda dei segmenti, dal 50% al 70% della produzione globale del settore”. Parole che mirano a ridimensionare l’ondata di critiche che negli ultimi mesi ha colpito la manifattura italiana, a seguito delle molteplici inchieste sul caporalato. Durante la presentazione dei risultati finanziari di LVMH Cabanis aveva aggiunto che il tema del caporalato “riguarda l’intera industria italiana”.
Difendere la trasparenza
Nella nota Sburlati ribadisce il pieno sostegno alle indagini, considerate “un atto dovuto e necessario per difendere chi lavora nella legalità e nella trasparenza”. Aggiungendo che “la tutela del Made in Italy passa anche da qui –. Come Confindustria Moda, siamo da sempre impegnati su questo fronte e sosteniamo con convinzione il Protocollo di Legalità firmato a Milano, strumento essenziale per rafforzare i controlli e lo sviluppo di una nuova legge cogente sul tema”. Il presidente ricorda che “in Italia operano ogni giorno oltre 500.000 persone e circa 50.000 imprese nel settore moda”. Da qui l’importanza della collaborazione: “Accogliamo con favore l’invito alla collaborazione lanciato da LVMH. È fondamentale affrontare queste sfide come partner, non come controparti, con una visione comune di lungo periodo e con la consapevolezza che l’intera filiera è interdipendente e transnazionale”.
Foto LinkedIn e LVMH
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