È la prima volta che un’azienda italiana di moda e i suoi manager vengono direttamente coinvolti in un’indagine per presunto sfruttamento della manodopera. Tod’s e tre suoi manager sono indagati per caporalato. In altre parole, la Procura di Milano non si limita più a chiedere l’amministrazione giudiziaria, ma contesta il dolo. Sostiene cioè che Tod’s non era all’oscuro di tutto, ma consapevole. Quindi complice dello sfruttamento negli opifici terzisti, perché avrebbe costantemente ignorato le segnalazioni presenti negli audit. La rivincita di Tod’s arriva dalla Corte di Cassazione che ha rigettato ieri le richieste e il ricorso del PM Paolo Storari, di nuovo “punzecchiato” da Diego Della Valle (non indagato).
La Procura indaga Tod’s e tre suoi manager
La Procura di Milano ha messo sotto indagine Tod’s e tre suoi manager. Non solo: ha chiesto il divieto per 6 mesi di fare pubblicità dei prodotti realizzati nei fornitori coinvolti nell’inchiesta. I PM parlano di “cecità intenzionale di Tod’s” sullo “sfruttamento di manodopera” che coinvolge 53 cinesi presenti in 6 fornitori ispezionati dai carabinieri tra il 15 ottobre 2024 e il 27 maggio 2025 tra Milano, Vigevano e Macerata. A Tod’s viene contestato il fatto che gli audit avevano ravvisato le criticità e violazioni. Però, sarebbero stati ignorati dall’azienda su 15 fornitori nel 2023, 24 nel 2024, 28 nel 2025 (fonte Corriere della Sera). Deciderà tutto il GIP di Milano il 3 dicembre.
Tod’s prende atto
“Tod’s prende atto che la Corte di Cassazione ha rigettato ieri le richieste e il ricorso del dottor Paolo Storari – si legge in comunicato diffuso questa mattina dall’azienda marchigiana -. In merito alle nuove contestazioni sulla medesima vicenda, la società sta ora esaminando con la stessa tranquillità l’ulteriore materiale prodotto, con preoccupante tempismo, dal dottor Storari”. Pertanto, la richiesta di amministrazione giudiziaria verrà valutata per competenza territoriale dal Tribunale di Ancona. (mv)
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