Con l’EUDR la Commissione ci ha già fatto lo scherzo di Halloween

Con l’EUDR la Commissione ci ha già fatto lo scherzo di Halloween

Il dietrofront della Commissione sull’EUDR sembra uno scherzo di Halloween. Anzi, è molto peggio, perché non è uno scherzo: è tutto vero. Con una tempismo che lascia intendere uno scarsissimo senso della realtà, da Bruxelles hanno prima detto a settembre che per l’entrata in applicazione del regolamento anti-Deforestazione se ne sarebbe riparlato nel 2027, una volta semplificatolo. Poi il 21 ottobre, dopo aver lasciato le imprese per un mese tranquille all’idea di avere un anno in più per prepararsi a due diligence di davvero difficile gestione, come se niente fosse la Commissione ha rimangiato la parola data: “Per le medie e grandi imprese l’EUDR è realtà già dal 30 dicembre 2025”. Cioè, tra due mesi.

Lo scherzo di Halloween

EuroChamber parla di una Commissione “scollegata con la realtà” che “danneggia la competitività delle imprese comunitarie”. La competitività delle aziende della pelle bovina esce dalla vicenda altrettanto danneggiata. Perché la filiera è stata indotta dalla giravolta della Commissione a perdere un preziosissimo mese, innanzitutto. Perché ora dovrà affrettarsi per mettere a punto i metodi di trasmissione delle informazioni utili alla due diligence con i fornitori già più avanti col lavoro, quando allo stesso risultato poteva arrivarci molto meglio nel 2027. E perché, infine, si troverà costretta ad accantonare i fornitori che, invece, ai dettami dell’EUDR sicuramente non sono pronti entro il 30 dicembre. Rinunciando per ragioni burocratiche a percorsi costruiti negli anni sulla qualità e senza sapere se, e come, potrà riattivare le stesse relazioni quando i tempi saranno maturi. Proprio un bello scherzetto.

 

 

Le reazioni dei partner

La storia dell’EUDR è travagliata sin da principio: scritto male, senza tener conto delle peculiarità della filiera coinvolta, il Regolamento ha finito per mancare completamente il nobile scopo che si propone. E per far imbufalire non solo gli operatori commerciali, ma i governi europei e ancor di più quelli dei Paesi partner extra-europei (tutti: dagli USA al Brasile). Ecco, c’è da vedere come reagiranno quando scopriranno che la proposta della Commissione semplifica in parte l’applicazione dell’EUDR per le produzioni europee, ma non introduce le stesse semplificazioni per prodotti e materie prime di provenienza extra UE. La novità non potrà non sembrare un’aggravante agli occhi di chi già contestava all’EUDR di essere di fatto una barriera protezionistica. Si prevedono tempi turbolenti.

Immagine da Shutterstock

Leggi anche:

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×