Da Kering i dipendenti scioperano, Dsquared2 ne licenzia 40

Da Kering i dipendenti scioperano, Dsquared2 ne licenzia 40

Tensione nella filiera del lusso. Oggi martedì 21 da Kering i dipendenti scioperano per 4 ore in Italia. La causa non è da ricercare in possibili licenziamenti ma per la riduzione delle giornate di smartworking. Dquadred2 taglia 40 posti di lavoro su 262 in Italia. Una cura dimagrante per diventare più attrattivi in vista di una cessione del marchio?

Da Kering i dipendenti scioperano

Questa mattina scioperano i dipendenti del gruppo Kering che lavorano in Italia. I sindacati di categoria che hanno proclamato l’iniziativa annunciando presidi a Milano e Scandicci (Firenze). Tutti i marchi controllati da Kering sono interessati, compresi i più importanti come Gucci, Bottega Veneta e Saint Laurent. Lo sciopero è stato proclamato per due motivi: il primo è la riduzione delle giornate di smartworking da 8 a 4 al mese. Il secondo è che si tratterebbe di una decisione unilaterale. E più in generale i sindacati lamentano un peggioramento delle relazioni sindacali con l’azienda. Il Sole 24 Ore riporta la puntualizzazione di Kering. Secondo il colosso francese del lusso, l’accordo sullo smartworking scadeva a dicembre 2024. Poi è prorogato due volte: il 30 maggio e il 30 settembre 2025. Ma da ottobre è entrata in vigore la riduzione “in linea con la strategia globale del gruppo volta a promuovere coesione, collaborazione e sviluppo professionale, nonché coerentemente con l’approccio di molte delle aziende del settore”.

 

 

40 tagli da Dsquared2

Dsquared2 ha aperto la procedura di licenziamento collettivo che riguarda 40 dipendenti di Milano su 262 complessivi. Un taglio del personale “in risposta al panorama del mercato in evoluzione” e dalla “riorganizzazione strategica in tutti i suoi uffici globali”, ha affermato la società in una nota. La procedura verrà completata l’inizio del 2026. Fonti del settore riportate da WWD ipotizzano che la riorganizzazione del personale sia una conseguenza della decisione dei fondatori Dean e Dan Caten di internalizzare la produzione e la distribuzione del marchio. Mentre altri ipotizzano una cura dimagrante della struttura con l’obiettivo di trovare un acquirente. (mv)

Foto Shutterstock

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