“Questa balla che andiamo cercando il lavoro cinese: ma rendetevi conto…”. Attacco frontale di Diego Della Valle a Paolo Storari, il PM che ha indagato sulla filiera Tod’s e che ne ha chiesto l’amministrazione giudiziaria. “Oggi reagisco a due cose”. Primo: a “questa mancanza di rispetto per la nostra reputazione che è una vergogna, secondo per il fatto che sono preoccupato per il Made in Italy” dice Della Valle. Il quale difende l’operato della sua famiglia, le pratiche aziendali e critica duramente l’approccio degli inquirenti che danneggia il Made in Italy nel mondo. Ecco i tre concetti più importanti espressi da Diego Della Valle in una conferenza stampa convocata d’urgenza a Milano.
Della Valle difende Tod’s
“Abbiamo dei valori etici, un fattore determinante in qualunque situazione, tanto più quelli aziendali. Deve essere chiaro che noi non siamo assolutamente quelle porcherie che abbiamo sentito dire. Chi ci conosce le cose le sa e raccontare con leggerezza delle banalità come se fossimo veramente dei delinquenti c’è da vergognarsi secondo me. Questa balla che andiamo cercando il lavoro cinese: ma rendetevi conto…”. L’industriale ha enfatizzato il quartier generale di Casette d’Ete come simbolo di eccellenza e welfare.
L’accusa a Paolo Storari
“Uno non si può alzare una mattina perché vede 4 fotine che si fa fare dal suo ufficio e ci accusa in un modo così pesante. Questo è assolutamente imperdonabile e auguro a questo signore di avere la voglia e l’arguzia di venire a vedere le mie aziende. Poi di esprimere un giudizio. Prima di dire cose così pesanti bisogna documentarsi veramente bene. E se serve un contraddittorio farlo. Non arrivare dietro l’angolo con cose accadute un anno fa, che conosciamo da poco… Mi viene il sospetto che a volte abbia un po’ una necessità di popolarità che però in questo caso a noi fa molto male. Quindi non possiamo permetterci di essere silenti. Lo dico anche ai miei colleghi, agli amici imprenditori, essere silenti in questo momento significa diventare complici di un sistema che ci fa male. Sono tutte cose che vanno riviste in un modo molto più serio, molto più strutturato”.
Il Made in italy
“Non possiamo trattare il Made in Italy come se fosse una roba banale e come se non esistesse o come se fosse un covo di casinisti. Il Made in Italy rappresenta una delle eccellenze del nostro Paese e una delle eccellenze più forti nella competitività mondiale. Se qualcuno lo mette in discussione e con leggerezza questo ci crea danni enormi. Crea dei danni enormi al Paese, all’artigianato, ai giovani che cercano lavoro in aziende che potrebbero non averne più. Bisogna riflettere su questo. Chi ha le competenze deve pensare che ogni parola che dice è pesantissima. Il Made in Italy è una cosa eccellente, non la tocchiamo, non la roviniamo. Non diamo vantaggio ad altri Paesi. Teniamoci noi questa leadership, non la regaliamo a nessuno. Questa è una raccomandazione anche ai politici. Dobbiamo adeguare le regole in un modo diverso e non pensare quando dicono che noi potremmo sovvenzionare il caporalato: ma che cos’è questa fesseria enorme? Controllateci con attenzione, non con superficialità. La regola sono le migliaia di aziende che funzionano bene”. (mv)
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