Delocalizzano per inquinare, accuse cinesi ai brand occidentali

Le autorità cinesi accusano i brand occidentali. In un recente rapporto a cura dell’Istituto per gli affari pubblici e ambientali e del Consiglio per la difesa delle risorse naturali, è risultato che numerose aziende private straniere, ovvero le relative ditte affiliate cinesi produttrici di articoli firmati, prestano scarsissima attenzione alla tutela dell’ambiente nel corso delle varie fasi di produzione. L’inchiesta ha riguardato 147 marchi di otto diversi settori industriali, inclusa la lavorazione della pelle. Il punteggio massimo era di 100 punti, ma appena 43 società hanno superato quota 25. Tra i brand che hanno fatto segnare un punteggio inferiore alla media già bassa compaiono Chanel, Coach e Hugo Boss. Il rapporto presenta la prima mappatura ufficiale dell’inquinamento industriale nell’intera Cina: a partire dal 2009 l’Istituto per gli affari pubblici e ambientali ha iniziato a registrare i casi di inquinamento, superando le 150 mila segnalazioni. Per quanto riguarda il settore pelle, risultano registrate a tutt’oggi più di 3200 violazioni, a carico di concerie, aziende chimiche per la lavorazione della pelle e impianti di trattamento delle acque di scarico. (ap)

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