Cosa succede quando dodici debutti creativi si intrecciano con strategie industriali, collaborazioni pop, ritorni di feticci generazionali e nuove visioni produttive? Succede che la moda non è più solo stile, ma sistema. Le ultime settimane state un test importante per l’intero sistema, da Blazy e la prima collezione da Chanel fino a Demna e il suo primo approccio da Gucci. Ma nel numero di novembre del mensile La Conceria, intitolato “Se son debutti, fioriranno” non parliamo solo di esordi. Parliamo anche delle giravolte della Commissione Europea sull’EUDR, di come le concerie stiano affrontando i cambiamenti stilistici, delle declinazioni che l’Intelligenza Artificiale può avere nella filiera. Senza dimenticare la certificazione proposta e i sempreverdi archivi, ormai baluardo costante dei nuovi direttori creativi. Tutto, per scoprire come stanno moda e filiera. Il mensile La Conceria è riservato agli abbonati. Scopri le formule di sottoscrizione.
Come stanno moda e filiera?
Il numero di novembre racconta la moda come sistema: tra passato e presente, tra hype e sostenibilità, tra desiderio e produzione. Perché oggi non basta disegnare abiti: bisogna riscrivere linguaggi, strategie, identità. E ogni dettaglio – un colletto, uno scarponcino, un impianto fotovoltaico – è parte di una metamorfosi più grande. Un numero che vuole accendere i riflettori su un settore che si ridefinisce. La stagione degli esordi è stata affollata: da Piccioli a Blazy, da Anderson a Trotter, passando per Demna, Bellotti, Lantink, Martens. Ma non si è trattato di veri debutti, quanto di seconde volte, ri-debutti, innesti. Ma la prossima stagione non sarà da meno: proprio ieri Olivier Rousteing e Balmain si sono seperati dopo 14 anni di direzione creativa. E se l’archivio è stato il passepartout più abusato, il vero tema è stato il codice: più dinamico. E la moda, oggi, si gioca tutta lì: nella capacità di risignificare. Tant’è che abbiamo chiesto il parere al critico di moda Antonio Mancinelli, per capire dove stiamo andando.
Ma è una questione di numeri
E intanto qualcuno si muove. Da Kering, per esempio, si prepara una svolta: solo il 20% dell’offerta sarà iconica (o creativa), l’80% dovrà parlare il linguaggio del consumo (o del prodotto). Mentre da Conceria DEAN si investe nel futuro: impianto fotovoltaico, depurazione, riorganizzazione degli spazi. Antonio De Michele lo dice chiaramente: servono tempo e visione. La filiera è in attesa, ma non ferma. Perché stare fermi non è mai una soluzione. E ogni cambio creativo richiede un innesto, non una corsa.
Le rubriche
E poi le rubriche, a caccia dell’attualità. Così capita di andare a Cinisello Balsamo e scoprire che il trapper Sfera Ebbasta gira in minivan brandizzati regalando scarponcini Timberland. Solo 403 paia, tomaia nera, inserti argentati, etichetta con cristalli. È hype, ma anche strategia. O capita di vedere il nuovo film di Luca Guadagnino, “After the Hunt” per capire come la moda può diventare campo di battaglia, specchio emotivo. O prendere atto dell’invasione dei minicharm: tra i capelli, sulle borse, sulle scarpe. Piccoli, tintinnanti, identitari. Non solo decorazione, ma talismani contemporanei.
Gli altri servizi
Un’indagine a 360°, come scoprirete. Che arriva a scoprire il ruolo che l’Intelligenza Artificiale può avere nella filiera. Ma anche i dubbi delle associazioni sulla proposta di una “certificazione di legalità” avanzata dal ministro Adolfo Urso dopo le varie indagini sul caporalato. E gli ultimi aggiornamenti sull’EUDR, sempre al centro del dibattito.
Per sfogliare il sommario di “Se son debutti, fioriranno” clicca qui.
Leggi anche:








