Estranei a quanto contestato: la replica di Tod’s alla Procura

Estranei a quanto contestato: la replica di Tod’s alla Procura

“Estranei a quanto contestato”. È la risposta del gruppo Tod’s alle accuse formulate dalla Procura di Milano che contesta il dolo all’azienda di lusso nello sfruttamento di almeno 52 lavoratori in 6 diversi opifici della propria filiera. Oltre al gruppo, risultano indagati tre manager che rischiano fino a 6 anni di reclusione (fino a 8 in caso di minacce e violenza). Tutto ciò mentre la Cassazione si pronuncia a favore di Tod’s (e dà torto alla Procura milanese) sulla competenza territoriale della richiesta di amministrazione giudiziaria. Intanto il governo sta predisponendo un disegno di legge per salvaguardare il Made in Italy.

Perché si pala di dolo?

Il PM Paolo Storari indaga Tod’s e tre suoi manager contestando loro la “colpa organizzativa grave” al limite “dell’atteggiamento doloso”. Nonché l’assenza di “modelli adeguati” volti a prevenire il reato di caporalato da parte di soggetti apicali (fonte Il Sole 24 Ore). Ma perché il caso Tod’s differisce da quelli precedenti e sarebbe più grave secondo la Procura di Milano? Perché Tod’s, dicono i PM, non avrebbe tenuto conto dei rilievi e delle segnalazioni presenti sugli audit che avevano verificato fattori di criticità. Per cui non ci sarebbe più la colpa, bensì il dolo. Sulla base di ciò, il PM Storari ha chiesto al GIP di Milano, Domenico Santoro, di vietare la pubblicità di beni e servizi Tod’s per 6 mesi. L’udienza è fissata per il 3 dicembre.

 

 

Preoccupante tempismo

La diffusione di queste notizie arriva “con preoccupante tempismo” secondo Tod’s. Questo perché, quasi contemporaneamente, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dello stesso Storari. Ha, quindi, deciso che la richiesta di applicare la misura di amministrazione giudiziaria all’azienda marchigiana, chiesta dalla Procura milanese, verrà decisa dal Tribunale Regionale di Ancona. Non da quello di Milano, come invece avrebbe voluto Storari.

La replica di Tod’s

Nella serata di ieri è arrivata la replica di Tod’s alle nuove accuse. Il gruppo “ribadisce la propria estraneità a quanto contestato, come manifestato durante la conferenza stampa del 10 ottobre 2025. Essendoci un procedimento in corso riteniamo corretto dibattere nelle sedi ufficiali, onde evitare ulteriore confusione”. Tod’s insiste sull’assoluta necessità di “stabilire delle regole che permettano alle aziende di lavorare con tranquillità e, al contempo, assicurino un rigido sistema di controllo della qualità e della dignità del lavoro. Così facendo, potremo tutelare la reputazione del Made in Italy nel mondo, evitando di sollevare dubbi che possano incidere negativamente sulla fiducia dei consumatori”.

Venite nelle nostre (e non solo) fabbriche

“Va letto in quest’ottica – continua la nota di Tod’s – il nostro invito ai magistrati a visitare i nostri stabilimenti e quelli di tante altre aziende, per osservare in prima persona l’eccellente qualità dei luoghi e delle condizioni di lavoro. La teoria secondo la quale le aziende italiane del lusso vendono prodotti cari sottopagando i dipendenti, oltre a non essere fondata, crea un grave danno al nostro sistema Paese”. La nota si chiude con un pensiero rivolto ai propri dipendenti. “Considerando l’amarezza che possono provare i nostri dipendenti nel leggere queste notizie infondate, cogliamo l’occasione per rinnovare a loro tutta la nostra fiducia per l’eccellente lavoro che svolgono per il successo del gruppo”. (mv)

Leggi anche:

 

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×