Firenze: sequestrata pelletteria cinese. Smaltimenti fuori legge, 3 lavoratori in nero

Una pelletteria di Prato è stata posta sotto sequestro a causa di presunte violazioni alla normativa ambientale e alle leggi sul lavoro. L’azienda, situata nel quartiere delle Querce, avrebbe assemblato borse per una ditta della zona Antella-Bagno a Ripoli (Firenze). Per svolgere questo lavoro avrebbe utilizzato gommatrici, macchine da taglio, scarnitrici, smerigliatrici e macchine da cucire, strumenti rinvenuti all’interno dei locali insieme a molte borse già confezionate e accanto a numerosi prodotti chimici ritenuti necessari per le varie fasi della lavorazione: coloranti, mastici, colle e diluenti. A produrre i pezzi sarebbero stati quattordici lavoratori, tre dei quali privi di contratto di lavoro secondo i controlli eseguiti dal personale dell’Ispettorato del Lavoro, accompagnato nel sopralluogo dagli agenti del Nucleo Ambientale della Polizia Municipale e dagli esperti di ARPA Toscana. Proprio questi ultimi avrebbero verificato che l’azienda non aveva mai chiesto l’autorizzazione ambientale per le emissioni derivanti dall’utilizzo dei prodotti chimici nelle postazioni di lavoro, nella cabina di verniciatura e nel forno essiccatore. Secondo gli ispettori, le soluzioni acquose contaminate dai coloranti non sarebbero state gestite correttamente, ma smaltite versandole nel lavandino del bagno finendo così nella fognatura pubblica. Infine, nel piazzale esterno ai presunti laboratori, gli operatori avrebbero rinvenuto 22 sacchi di plastica contenenti flaconi di coloranti mescolati a ritagli di pellame e rifiuti urbani come cibo, plastica e carta. Il titolare dell’azienda, un cittadino cinese di 37 anni, è stato denunciato. L’attività dell’azienda è stata sospesa. Foto tratte da http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca.

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