I buyer dicono sì: da Chanel a Dior, i debutti spingono chi compra

I buyer dicono sì: da Chanel a Dior, i debutti spingono chi compra

Quella che si è appena conclusa non è stata una semplice stagione di sfilate. Parigi (soprattutto) ha portato in passerella accenni di rinascita. Debutti attesi, seconde prove, visioni rinnovate che hanno, in parte, ridefinito il linguaggio del lusso. Un approccio positivo visto che i buyer dicono sì, come sottolinea MF Fashion. Buyer che parlano di energia nuova, di collezioni che non si limitano a esibire ma che pensano, costruiscono. Dior, Chanel, Balenciaga i nomi più apprezzati tra i debuttanti. Saint Laurent, Miu Miu, Celine quelli da tenere sott’occhio. Tutti alla ricerca di una nuova femminilità, che diventa corpo, gesto, tensione tra sensualità e rigore.

I buyer dicono sì

Matthieu Blazy da Chanel, Jonathan Anderson da Dior, Pierpaolo Piccioli da Balenciaga, Jack McCollough e Lazaro Hernandez da Loewe. Sono loro i nomi che hanno catalizzato l’attenzione. “Straordinario il debutto di Blazy per Chanel, in perfetto equilibrio tra tradizione e visione futura, sottolinea Simon Longland di Harrods –. Domina un ritorno all’eleganza anni ’20 e ’50, oltre a una nuova sensualità ”. Ma non sono stati gli unici. Maison Margiela con Glenn Martens ha lasciato il segno, Rick Owens ha emozionato, Tom Ford ha sorpreso. «Best show: Chanel, perfezione fluida tra forme, colori, heritage e futuro” dice Gabriele Pancheri di G&B Group. Ottimi anche Balenciaga, apprezzato per il ritorno a una visione couture, Dior per la freschezza portata in passerella, Alaïa, Saint Laurent, Loewe, Miu Miu e Valentino, soprattutto per il messaggio di libertà. Le collezioni abbandonano l’estetica gridata per una moda indossabile e pensata, fluida, sartoriale.

 

 

Nuovi nomi, nuove tensioni

Accanto ai grandi, emergono voci nuove. Julie Kegels, Christen, Christopher Esber, Meryll Rogge. “Da segnalare la giovane designer Julie Kegels e la presentazione di Gauchère”, ha detto Maud Pupato di Printemps. Tra le tendenze maggiori, lingerie a vista, pelle scolpita (o almeno un pezzo in pelle) e tailoring chirurgico. “Must-have? Il chiodo in pelle di Saint Laurent, la tote morbida di Dior, la Amazona large bag di Loewe, e le zeppe plexi di Chloé”, sottolinea Tiffany Hsu di Mytheresa. Insomma, tra debutti, emergenti e seconde volte, i buyer sembrano tornati a quell’ottimismo (nemmeno tanto velato) che si era visto l’ultima volta prima della pandemia. Resta da capire una sola cosa: e cioè se i pezzi che arriveranno in negozio, la prossima stagione, attireranno anche chi poi li compra. E li paga.

Foto Balenciaga, Dior, Chanel

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