Il brand di scarpe “detenuto” come i suoi produttori: in India il corso per insegnare ai carcerati il lavoro in manovia

I primi 6 mesi sono stati dedicati alla formazione. I primi 10 detenuti coinvolti nel progetto hanno lavorato solo a tomaie di pelle da fornire a brand terzi. Quando si è raggiunto il livello minimo di competenze, il gruppo è passato al confezionamento di calzature in tutte le loro parti per il marchio proprietario. Ora che dall’inizio del progetto è passato più di un anno, il brand Inmate conta circa 1.200 paia in magazzino e gode in un canale e-commerce per la distribuzione. Basta con i soliti corsi per diventare panettieri e tessitori: in India con il progetto Inmate (alla lettera, “Detenuto”) si vuole dare ai carcerati la possibilità di reinserimento in società grazie al lavoro nella filiera della scarpa. È lo scopo del programma siglato dallo Stato indiano di Maharashtra con Tergus, azienda calzaturiera con sede a Mumbai (megalopoli capitale dello stesso stato). In via sperimentale, il progetto coinvolge 10 detenuti del carcere di Yerwada. Mentre l’azienda mette a disposizione materiali e tutor, l’istituto carcerario offre spazi e macchinari. Il progetto non consiste in una semplice esercitazione: i promotori ci tengono che le scarpe prodotta rispettino i requisiti di qualità e siano commercializzabili. (foto da Times of India)

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