Il made in Italy all’inseguimento del prezzo giusto

Il made in Italy all’inseguimento del prezzo giusto

Come un gruppo di ciclisti che affronta una salita impegnativa, anche il mondo della moda è chiamato a stringere i denti. L’edizione numero 108 di Pitti Uomo (17-20 giugno 2025) si è svolta sotto il segno della sfida e del cambiamento. 740 espositori e oltre 15.000 visitatori con un unico obiettivo: restare in corsa, senza perdere il ritmo. E non è un caso che il tema scelto per i saloni estivi fosse Bikester, metafora perfetta per rappresentare uno scenario in continua evoluzione. Tra inflazione, instabilità geopolitica e consumatori sempre più attenti, il prezzo è diventato il vero protagonista del mercato. Ne abbiamo parlato sul numero di luglio del mensile La Conceria, nell’articolo “La voce di Pitti: All’inseguimento del prezzo giusto”.

All’inseguimento del prezzo giusto

Non è più tempo di illusioni. Come sottolinea Marco Palmieri, CEO di Piquadro. Il consumatore è informato, critico e pronto a cambiare rotta se percepisce incoerenze nei messaggi del brand. Ecco perché la moda deve tornare a parlare con sincerità. Tant’è che il prezzo oggi non è solo una cifra ma una promessa da mantenere. Lo sanno bene aziende come Barrett, che pur vendendo scarpe da 600-700 euro, devono fare attenzione anche a differenze minime, soprattutto in mercati sensibili come quello italiano. In un contesto così variegato, ogni marchio si interroga. Meglio mantenere la produzione in Italia o spostarla altrove? La qualità italiana è ancora un asset fondamentale, ma la pressione sui margini spinge alcuni a esplorare alternative. Tuttavia, come raccontano realtà come Pantofola d’Oro e D.a.t.e., spesso è proprio il ritorno alla produzione italiana (anche solo parziale) a dare nuovo slancio al posizionamento del prodotto.

 

 

La pelle come costante

Nel pieno di una fase complicata per tutto il comparto, un elemento resiste e continua a fare la differenza: la pelle. Lo dimostrano aziende come A.S. 98, che, pur in ristrutturazione, conferma che questo materiale resta il cuore della loro identità. Nonostante i costi e le difficoltà, rinunciarvi non è un’opzione. E anche chi ha provato materiali alternativi, come funghi o ananas, è tornato sui propri passi. Marco Tamponi di Sebago è netto: “È impossibile usare questa roba. La pelle ben conciata è imbattibile per durata e sostenibilità”. Ma il prezzo resta un nodo, come ricorda Mauro Andreozzi di Calzaturificio Maurizi. Abbassarlo non significa automaticamente vendere di più. Anzi, a volte la differenza la fa chi riesce a offrire il miglior servizio.

Clicca qui per leggere “La voce di Pitti: All’inseguimento del prezzo giusto”

Il mensile La Conceria è riservato agli abbonati: scopri le formule di sottoscrizione

Leggi anche:

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×