Il Made in Italy della pelle tra dazi, ostacoli e mercati in calo

Il Made in Italy della pelle tra dazi, ostacoli e mercati in calo

Il comparto della pelle e degli accessori moda italiani, tra dazi, ostacoli e mercati in calo affronta una fase di contrazione, ma dimostra una sorprendente capacità di adattamento. Secondo i dati diffusi da Confindustria Accessori Moda, il 2024 si è chiuso con un fatturato di 30 miliardi di euro, in calo dell’8,6% rispetto all’anno precedente. Il trend negativo prosegue nel primo semestre del 2025, con una flessione del 5,3%. Nonostante le difficoltà, il settore punta su internazionalizzazione e formazione come leve strategiche per il rilancio del Made in Italy.

Dazi, ostacoli e mercati in calo

Le esportazioni nei primi cinque mesi del 2025 hanno registrato una diminuzione del 4,8%, con un fatturato di 10,2 miliardi di euro. Tuttavia, il bimestre aprile-maggio ha mostrato una contrazione più contenuta (-3,4%), segnale di una possibile stabilizzazione. Le vendite verso l’Unione Europea restano stabili (-0,2%), con dinamiche contrastanti: Francia in calo (-4,3%), Germania in crescita (+7,9%). Fuori dall’UE, si evidenziano forti contrazioni nei mercati asiatici, in particolare Cina (-26,7%), Giappone (-10,9%) e Corea del Sud (-14,4%). In controtendenza, Emirati Arabi (+33,8%) e Turchia (+13,6%) mostrano segnali incoraggianti.

 

 

La centralità degli USA

Il mercato statunitense resta comunque cruciale, ma l’introduzione dei dazi del 15% da parte dell’amministrazione Trump rischia di compromettere la competitività delle imprese italiane. Nonostante ciò, le esportazioni verso gli USA sono cresciute dell’1,4% tra gennaio e maggio 2025, con un picco del +15% a giugno, probabilmente legato all’anticipo delle spedizioni. Il primo semestre si chiude con una crescita stimata del 3,5%, ma gli effetti reali dei dazi saranno misurabili solo nei mesi successivi.

Occupazione e formazione

Il calo produttivo ha avuto ripercussioni sull’occupazione. A giugno 2025 gli addetti sono scesi sotto le 140.000 unità (-2,3% rispetto a dicembre 2024), mentre le imprese attive sono diminuite di circa 200 (-2%). L’utilizzo degli ammortizzatori sociali resta elevato, con 20,3 milioni di ore di cassa integrazione nel primo semestre, in aumento del 12,8% rispetto al 2024. “I dati ci restituiscono un quadro complesso, con criticità che hanno caratterizzato sia la chiusura del 2024 che la prima parte del 2025. Le sfide sono tante: dal rallentamento della domanda globale alla debolezza di alcuni mercati asiatici, fino all’introduzione del dazio del 15% da parte degli Stati Uniti, che rischia di penalizzare le nostre esportazioni in un mercato chiave” sottolinea nel comunicato stampa Giovanna Ceolini, Presidente di Confindustria Accessori Moda. Che aggiunge come la formazione sia un pilastro cardine. “È fondamentale oggi avvicinare i giovani al mondo dell’impresa con strumenti adeguati e specifici per favorire un primo contatto con il lavoro affinché acquisiscano le competenze necessarie per costruire il futuro del Made in Italy”.

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