Il Messico dice basta. “È finita. Chi vuole importare calzature (principalmente dall’Asia e a basso prezzo) dovrà pagare dazi“. Lo ha detto il ministro dell’Economia del Messico Marcelo Ebrard annunciando la fine del programma Immex per le calzature finite. Usato in maniera illecita, il programma ha permesso l’import di calzature a basso prezzo dall’Asia. Scarpe che, invece di essere riesportate come prevedeva il programma, venivano vendute sul mercato locale penalizzando la produzione locale.
Un uso inadeguato
L’ industria calzaturiera messicana ha convinto il governo guidato da Claudia Sheinbaum a escludere l’import di scarpe finite dall’Immex. Questi prodotti, che prima erano esenti da tasse doganali, ora saranno soggetti a un dazio di almeno il 25%. Approvato nel 2021, il programma Immex consentiva l’import temporaneo di calzature che poi dovevano essere “rielaborate” e riesportate. Ma il suo uso improprio ha consentito a grandi volumi di calzature finite di entrare in Messico con agevolazioni fiscali. Scarpe che non venivano riesportate ma collocate sul mercato interno penalizzando la produzione dei calzaturifici locali.
I dati
Secondo la Camera di Commercio, le importazioni di calzature nell’ambito dell’Immex sono aumentate da 3,79 milioni di paia del 2022 a oltre 40 milioni nel 2024 (fonte El Economista). Senza per altro alcuna prova di riesportazione all’estero. Le organizzazioni calzaturiere hanno per anni denunciato gli abusi e i danni procurati dal sistema Immex. Ora il governo messicano ha deciso di ascoltarle e di escludere le calzature finite dal programma.
Il Messico dice basta
Il provvedimento è stato accolto con entusiasmo e soddisfazione dalla Camera Nazionale dell’Industria Calzaturiera (Canaical) e dalla Camera dell’Industria Calzaturiera dello Stato di Guanajuato (Ciceg). Come riporta Fashion Network, le stesse Camere hanno commentato come la misura rappresenti un passo decisivo nella difesa della produzione nazionale, dell’occupazione e della legalità nel settore. (mv)
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