Il primo passo del “veggie burger ban”, cioè della norma che mette al bando espressioni che richiamano all’immaginario della carne per vendere prodotti vegetali, è compiuto. Il Parlamento Europeo vota con 532 voti a favore, 78 contrari e 25 astenuti le modifiche al regolamento OCM (organizzazione comune dei mercati agricoli). E approva, soprattutto, l’emendamento dalla relatrice Céline Imart (PPE), che vieta l’uso di termini relativi alla carne per i prodotti che invece sono vegetali. Non troveremo più sui menù o sulle confezioni al supermercato espressioni come “straccetti di soia” o “bistecca di seitan”.
Il Parlamento Europeo vota
Siamo al secondo tentativo. Perché già tra il 2017 e il 2020 si provò in sede comunitaria a disciplinare la terminologia dei prodotti vegani sulla scorta di quanto si stava facendo per i prodotti lattiero-caseari (i primi a vedere tutelata la distinzione terminologica tra quelli animali e quelli veg). È ancora da vedere che questa volta l’iter andrà in porto. L’emendamento, ora approvato dal Parlamento, aveva già ricevuto l’ok dalla Commissione Agricoltura. Adesso, però, per andare avanti ha bisogno “dell’accordo tra gli Stati membri nei negoziati sulla proposta”, scrive il Sole 24 Ore: perché l’iter vada in porto (e quindi il divieto diventare efficace) bisogna aspettare almeno 2028. Il mondo della pelle, che a suo modo auspica un regolamento europeo del genere contro la cosiddetta “vegan leather”, guarda con attenzione.
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