Cresce la preoccupazione per le concerie di Kanpur. L’ordine di chiusura di tre mesi del governo dell’Uttar Pradesh si sta per concludere, ma nei magazzini delle aziende che lavorano la pelle si sono accumulati bancali di materia prima. I clienti, nel frattempo, si sono rivolti ad altri mercati. “Ne abbiamo persi molti” racconta l’imprenditore Naiyer Jamal dalle pagine di thewire.in, che spiega come i numeri sulla perdita economica legata alla decisione di governo si avranno solamente nella prima settimana di aprile. Le ricadute investirebbero anche l’occupazione, diretta e indiretta. “Guadagnavo circa 1.000 rupie al giorno (13 euro, ndr) vendendo tè ai lavoratori” racconta a thewire.in la signora Ram Rani, proprietaria di un bar nella zona industriale, la quale spiega poi come oggi sia “difficile arrivare a 200 rupie (2 euro e mezzo, ndr)”. Nel frattempo, illustrando tutti gli interventi previsti per la sanificazione del fiume Gange, il primo ministro indiano Narenda Modi ha annunciato che il Common Effluent Treatment Plant (CEPT) ha ottenuto il bollino verde. Il nuovo impianto di smaltimento dei fanghi derivanti dall’attività conciaria sorgerà a Jajmau, vicino a Kanpur, e dovrebbe risolvere in maniera definitiva il problema. (art)
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