La calzatura messicana non teme i muri doganali e presenta un piano per crescere negli States

Il muro al confine, i rimpatri, i dazi, il motto “America First”, i tira e molla con FDRA, chi più ne ha più ne metta: negli ultimi due anni, l’amministrazione Trump non ha mai sciupato neanche un’occasione per spiegare ai vicini messicani che non li vede di buon occhio. Ciononostante, il calzaturiero del Paese latino americano dimostra di non difettare in coraggio e mette proprio gli States al centro dei propri piani di sviluppo. Come riporta una nota dell’agenzia Notimex, l’associazione della scarpa CICEG, sostenuta dal dipartimento per il Commercio Estero COFECE, intende trasformare il Leòn nel distretto calzaturiero del Nord America, favorendo l’incontro tra brand USA e calzaturieri messicani e puntando sui valori della vicinanza, della flessibilità produttiva e dei minimi molto bassi. A oggi Città del Messico, delle 260 milioni di paia prodotte ogni anno, ne indirizza solo 20 verso gli Stati Uniti. La nuova stagione espansiva è partita con la prima partecipazione collettiva al FFANY. Chissà Trump che ne pensa.

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