La crisi dei consumi si trasforma in crisi del lavoro e si abbatte sul personale. Da Geox confermano che lo scenario è il peggiore: rischiano il posto 130 persone. Da LuisaViaRoma si ipotizza il contratto di solidarietà per 259 dipendenti. Mentre 21 dei 27 addetti di Fenice, la società di Chiara Ferragni, hanno perso il posto.
La crisi si abbatte sul personale di Geox
In Geox si ventilavano 110/150 esuberi e ora si apprende che ne saranno 130. L’azienda veneta oggi dà lavoro a circa 500 addetti a Montebelluna e altri 250 altrove tra Italia ed estero. Il taglio dei costi prevede la sforbiciata per il numero di dipendenti. I sindacati hanno chiesto l’attivazione dei contratti di solidarietà e la valorizzazione del bonus che il lavoratore percepirà in caso di esodo volontario. Oltre ad altri strumenti di accompagnamento per i dipendenti vicini alla pensione. Secondo Il Nordest, la discussione tra azienda e sindacati proseguirà tra giovedì 25 o venerdì 26 settembre.
LuisaViaRoma in solidarietà
Sotto osservazione c’è anche LuisaViaRoma, in difficoltà come altri e-tailer. Tra le ipotesi paventate c’è il contratto di solidarietà per tutti i 259 dipendenti dell’azienda, così come la chiusura della sede di Milano. Le 22 persone impiegate non saranno invitate a trasferirsi a Firenze ma potranno usufruire dello smart working. “C’è una bozza di accordo per procedere con la formula dei contratti di solidarietà per tutti i dipendenti, con l’obiettivo di tutelare il 100% dell’occupazione”, ha confermato il CEO Tommaso Maria Andorlini a La Repubblica.
I problemi di Chiara Ferragni
Secondo i documenti visionati da Open, alla fine del 2023, quando è esploso il Pandoro Gate, Fenice dichiarava 27 dipendenti. Mentre negli ultimi documenti societari depositati si parla di 6 dipendenti. I conti definitivi della società che fa capo a Chiara Ferragni non si discostano molto da quelli provvisori presentati nel marzo scorso. I ricavi sono scesi da 12,55 a 1,759 milioni di euro in un bilancio 2024 chiuso con una perdita di 3,379 milioni di euro. L’accantonamento per rischi ed oneri è stato 4,92 milioni di euro, tra cui contenziosi e accordi transattivi. Open sottolinea come l’imprenditore calzaturiero pugliese Pasquale Morgese (che ha lo 0,20% del capitale) ha votato contro i conti e contro il compenso annuo lordo di 220.000 euro destinato a Claudio Calabi e retroattivo dal primo gennaio 2025. Questo dopo due mesi (novembre e dicembre 2024) in cui Calabi aveva scelto di non percepire compensi. (mv)
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