La produzione argentina di calzature al collasso: in tre anni persi 25 milioni di paia. La filiera della pelle implora protezionismo

C’erano l’associazione della calzatura (UIA), quella della manifattura della pelle (CGERA) e i principali sindacati di riferimento. La filiera della pelle argentina si è riunita di recente, come riporta la stampa locale, per organizzare un tavolo interfederale del settore per rappresentarne le esigenze in sede politica cominciando dal chiedere, almeno in via provvisoria, il blocco delle importazioni di prodotti in pelle. È l’ennesimo campanello d’allarme che gli addetti ai lavori di Buenos Aires suonano dopo il varo delle riforme liberiste del governo Macri. Negli ultimi giorni il CIC, una delle sigle che riuniscono i calzaturieri del Paese, ha comunicato che mentre tra il 2015 e il 2017 i volumi d’acquisto di scarpe estere sono passati dai 22,6 ai 34,5 milioni di paia, nello stesso lasso di tempo la produzione nazionale è crollata da quota 125 milioni a poco meno di 100. Anche in questo caso i diretti interessati chiedevano alla Casa Rosada forme di protezione della manifattura locale.

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