L’export dei distretti moda cresce nel primo semestre: dall’estero la spinta alla filiera della pelle

Meglio di tutti va l’abbigliamento di Rimini, con l’export nel primo semestre 2016 in crescita del 17%. Sul podio dei migliori distretti ci sono, rispettivamente al secondo e terzo gradino, la calzatura del Brenta (+11,9%, con fatturato estero di 175,7 milioni nel secondo semestre) e la pelletteria di Scandicci (892 milioni di export da aprile a giugno). Fuori dall’area medaglia, ma comunque tra i distretti dal miglior andamento, c’è poi la calzatura sportiva di Montebelluna, in crescita del 12,3% nel secondo trimestre dell’anno. Sono i numeri sull’andamento dell’export dell’industria della moda italiana elaborati dalla direzione Studi di Intesa Sanpaolo sulla base dei dati Istat. La fotografia che ne esce è quella di un’industria in sostanziale stabilità (+0,5% medio), dove a comparti in crisi rispondono aree in espansione. Di segno più l’export dell’area pelle, che si attesta al +0,8%. “Il miglioramento dell’export del secondo trimestre è visibile soprattutto per il mondo dell’abbigliamento e della filiera della pelle – commentano con il Sole 24 Ore gli autori della ricerca – ed è dovuto sia a un andamento più favorevole della domanda di alcuni Paesi sia ad una buona performance competitiva delle imprese italiane”. Vanno bene, allora, Spagna, Germania, Francia e Corea, mentre si segnalano il ritorno della Russia a fronte del rallentamento di Cina e USA. “Molti distretti del sistema moda sono stati in grado di rivedere la loro specializzazione geografica – continuano gli analisti di Intesa Sanpaolo – per far fronte alla crisi di alcuni mercati e per cogliere le opportunità presenti in altri”. (rp)

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