Multe, IPO e delisting: il fast fashion è un campo di battaglia

Multe, IPO e delisting: il fast fashion è un campo di battaglia

La Francia ha dichiarato guerra a Shein, infliggendogli una multa record da 40 milioni di euro e approvando una legge ad hoc per mettergli il bastone tra le ruote. Ma la norma anti fast fashion è un campo di battaglia sul quale, insieme alle piattaforme cinesi, rischiano di cadere anche le imprese francesi del pronto moda. E, intanto, se Shein vuole quotarsi ad Hong Kong, H&M potrebbe uscire dalla Borsa.

La multa

Le autorità francesi hanno comminato a Infinite Style E-Commerce, società che gestisce le vendite per Shein, una multa da 40 milioni di euro. La sanzione arriva a capo dell’inchiesta della Direzione generale della Concorrenza, dei Consumi e della Repressione delle frodi di Parigi. Secondo l’Antitrust francese Shein, che ha già accettato di pagare la multa, ha applicato “pratiche commerciali ingannevoli nei confronti dei consumatori sulla realtà degli sconti“. In altre parole, il colosso cinese non ha preso in considerazione le offerte precedenti e, talvolta, ha aumentato i prezzi prima di applicare uno sconto.

 

 

Il fast fashion è un campo di battaglia

La multa record arriva nemmeno dopo un mese dall’approvazione da parte del Senato francese della cosiddetta legge anti-Shein. Che, ora, deve affrontare un ulteriore passaggio in Francia e uno a Bruxelles. E proprio all’UE si è rivolto Bernard Cherqui, presidente dell’Alliance du Commerce, associazione che riunisce 150 operatori, per 260.000 punti vendita e 150.000 dipendenti. Secondo Cherqui, riporta Fashion Network, l’ascesa di siti come Shein e Temu rappresenta un “rischio sistemico di scomparsa” per le catene di negozi, non solo per i marchi low cost. “L’Europa deve agire molto più rapidamente. Chiediamo sanzioni severe e immediate, molto prima dell’orizzonte del 2026 annunciato”. Ma lo stesso imprenditore ha suonato l’allarme perché il testo della legge anti-Shein colpisce anche le aziende francesi. “Il testo deve essere modificato, perché così com’è, sarebbe pura follia e penalizzerebbe gravemente i nostri marchi, presenti in tutto il Paese”. Alliance du Commerce chiede una migliore focalizzazione e quindi un orientamento diverso del testo.

Tra IPO e delisting

E mentre Shein vuole quotarsi (dopo New York e Londra, ci sta provando ad Hong Kong), H&M pare voglia scegliere il delisting. Speculazioni sorte dopo che la società Ramsbury invest, la holding della famiglia Persson (fondatrice e maggiore azionista del gigante svedese) ha acquistato 42,75 milioni di azioni di H&M nel primo semestre del 2025. Acquisti che hanno portato la famiglia a possedere una quota del 64% del capitale di H&M alla fine di maggio, alimentando le speculazioni su una possibile uscita dalla Borsa. Lo riporta MF Fashion. (mv)

Foto Shutterstock

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