No fallimento, no liquidazione. Quella del calzaturificio Toolk di Fermo è una vicenda quasi paradossale che coinvolge i creditori e tra questi oltre 80 ex dipendenti. I quali, senza una sentenza di fallimento, non possono percepire i loro crediti, mensilità arretrate e Tfr. Ecco un riassunto dell’intricata vicenda.
Ex operai nel limbo
È destinata a fare giurisprudenza la storia che ha come protagonista il calzaturificio marchigiano Toolk. Che ha di fatto chiuso i cancelli con un debito di circa 8 milioni di euro, tra cui anche quelli reclamati dagli ex dipendenti. (fonte Corriere Adriatico) Il Tribunale di Fermo ha dichiarato il fallimento di Toolk con la sentenza del 6 agosto 2021. Tuttavia, tale pronuncia è stata successivamente annullata il 14 dicembre 2021 dalla Corte di Appello di Ancona per un presunto vizio procedurale. La vicenda è poi finita in Cassazione che ha stabilito che il Tribunale di Fermo aveva correttamente applicato la normativa fallimentare. Ma ha rinviato nuovamente la causa alla Corte di Appello di Ancona, che, con una diversa composizione, doveva riesaminare la questione. L’8 ottobre scorso è arrivata la doccia gelata per gli ex dipendenti e per i sindacati. La Corte di Appello di Ancona ha infatti dichiarato estinto il procedimento, per decorrenza dei termini entro cui si sarebbe dovuto riassumere il ricorso dopo la sentenza della Cassazione. Un tecnicismo formale che non solo impedisce una sentenza di fallimento ma impedisce agli ex lavoratori Toolk di rivolgersi all’Inps per chiedere la riscossione dei loro crediti.
Nessun Tfr
Recuperare i soldi direttamente all’azienda sembra alquanto improbabile. La Toolk è stata infatti incorporata da una società americana con sede nel Delaware, a sua volta controllata da un’altra società di Cipro. Resta l’ipotesi di un nuovo ricorso in Cassazione. (mv)
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