Schermare il deposito non basta: acciuffati i ricettatori del carico Gucci

Pensavano che schermare il deposito con tre disturbatori di frequenza Jammer li avrebbe messi al riparo dalle forze dell’Ordine: sottovalutavano, però, che gli investigatori avrebbero potuto far ricorso ai tradizionali (e sempre efficaci) metodi di pattugliamento per acciuffarli. È così che la Squadra Antirapina della Polizia Giudiziaria del Compartimento Polstrada Campania e Basilicata è riuscita a ritrovare il carico di borse e di pellami griffati Gucci, per un valore complessivo di circa 300.000 euro, in un capannone di Casoria, nell’hinterland partenopeo. Come racconta la stampa locale, le forze dell’Ordine avevano tre elementi all’inizio dell’indagine. La notizia della rapina, avvenuta lo scorso 15 maggio, ai danni di un autotrasportatore aggredito allo svincolo tra l’Asse Mediano e l’autostrada A1 direzione Roma; l’ultimo contatto del GPS dell’autoarticolato ad Afragola e la “liberazione” del conducente a Ischitella, a 30 chilometri di distanza. Avvalendosi dell’esperienza maturata in precedenti occasioni, la Polizia ha intuito che il carico di articoli Gucci, malgrado la disseminazione degli indizi in un’area più ampia da parte dei malviventi, doveva essere ancora conservato tra Afragola e Casoria. Avevano ragione: i ricettatori (tutti denunciati a piede libero) avevano ancora la merce, da rivendere o indirizzare alla produzione di beni per il mercato parallelo, stoccata in deposito. I disturbatori di frequenza, utili a silenziare il GPS, non sono bastati a farla franca.

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