Il mulino da concia torna in funzione. È una delle principali attrazioni turistiche di Beaulieu-lès-Loches, un piccolo comune dell’Indre e Loira. Nel 2019 ha richiamato 3.900 turisti. E oggi molti attendono che riapra per visitarlo, conoscere la sua storia e il legame con la concia delle pelli.
Il mulino da concia del XVI secolo
Costruito alla fine del 1500 e restaurato dall’associazione A2MBeaulieu nel 2016, il Moulin des Mécaniciens di Beaulieu-lès-Loches è ora un eco-museo. In passato ha dato un contributo fondamentale all’industria conciaria della regione. Nel corso del XIX secolo la comunità locale lo indicava come “il mulino da concia”, anche se in diversi documenti datati tra il 1819 e il 1954 viene indicato come “il mulino per corteccia” e “il mulino rosso”. È uno dei 5 mulini della città ed è situato vicino all’incrocio di Saint-Pierre. È installato sul canale Beaulieu, che nel XIX secolo era noto come il “canale del conciatore”. Possiede una sola ruota che, attraverso un albero a camme, attiva alcuni pestelli che ricadono in una serie di celle contenitrici. Qui venivano depositati i pezzi di corteccia essiccata di giovani querce. La polvere rossa ottenuta, da cui uno dei nomi del mulino, veniva utilizzata per conciare le pelli. Nelle celle si potevano, al caso, collocare anche direttamente le pelli. I pestelli, schiacciandole, le ammorbidivano.
Una storia travagliata
Come spiegano i membri dell’associazione A2MBeaulieu (dal cui sito sono tratte le immagini) “è difficile conoscere la data esatta della creazione del canale Beaulieu, che è una derivazione dell’Indre”. Secondo alcuni testi storici sarebbe contemporanea alla fortificazione della città, avvenuta tra il XIV e la metà del XV secolo. Il mulino risalirebbe al 1500 e fu di proprietà dell’Abbazia di Beaulieu fino al 1789, durante la Rivoluzione francese. Proprio in quel tempo era una conceria. Proseguì questa attività fino al 1879. Tuttavia, la conoscenza della storia di questo mulino rimane molto frammentaria, per il momento. (art)
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