Natale ha fatto bene ai consumi, ma non abbastanza

Natale ha fatto bene ai consumi, ma non abbastanza

Oggi come oggi, quando si parla di “holiday season” si intende un periodo molto ampio. Il trimestre, cioè, che va dalla Festa del Ringraziamento negli States (novembre) al Capodanno cinese (febbraio). Precipitando da un’ottica globale a quella locale, in Italia le festività si concentrano a dicembre. E si può dire che Natale ha fatto bene ai consumi moda. Non abbastanza per poter dire, però, che lo choc della pandemia sia alle spalle. Urgono investimenti e diversificazioni. Anche perché la rassegna stampa ci dice che i big si muovono mentre a Oriente sorge un nuovo sole del fast fashion.

Consigli di lettura:

  • Natale ha fatto bene ai consumi. Ed è l’Osservatorio Confimprese-EY a darci la misura dell’andamento del retail italiano a dicembre: il segmento Abbigliamento-Accessori fa il +15% sul 2020 (bene), ma è ancora al -26% sul 2019 (non benissimo).
  • Urgono investimenti. E, nel suo piccolo, ne fa anche Marinella. L’atelier napoletano, celeberrimo per le cravatte, ma che offre anche una discreta selezione di accessori a marchio proprio, riapre uno store a Londra (dove aveva chiuso causa Covid) e implementa il proprio canale e-commerce
  • A proposito di Marinella usiamo l’espressione “nel suo piccolo”, perché altrove si muovono colossi di ben altre dimensioni. È il caso del retailer spagnolo El Corte Inglés, al centro di una ciclopica transizione: gli azionisti ora hanno approvato il passaggio dell’8% del capitale al gruppo Mutua per 555 milioni di euro.
  • Sta scalando le gerarchie del fast fashion con un modello di business al contempo altamente tecnologico e altamente spregiudicato. Ora la piattaforma cinese Shein punta all’IPO a New York.

 

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