Vigevano, il Museo della Calzatura racconta storia e futuro della scarpa

Oltre 3.300 paia di scarpe, questo il patrimonio di cui dispone il Museo Internazionale della Calzatura di Vigevano (MIC), intitolato a Pietro Bertolini che donò la collezione al Comune. Il quantitativo di scarpe non è però tutto in mostra. La maggior parte è archiviata; l’allestimento per i visitatori consta di circa 300 paia che spaziano in un arco temporale di più di 600 anni.

I capolavori in mostra
Il punto di forza del MIC sta proprio qui: nella sua infinita capacità di rinnovarsi, mantenendo dei masterpiece come la scarpa di Mussolini, lo stivale militare in pelle dipinto a mano (che contrasta con i grezzi materiali disponibili nel periodo autarchico), oppure le calzature di Marilyn Monroe, quelle dei Papi, quelle dei Savoia. Nelle sale del castello di Vigevano trova spazio un oggetto datato 1495 circa, la pianella attribuita a Beatrice D’Este prima signora della moda italiana, a fianco dei modelli griffati Manolo Blahnik, Paul Poiret, Christian Lacroix, Jimmy Choo, Louis Vuitton o Roger Vivier, ma anche Andrea Pfister. Tutti i designer sono arrivati a Vigevano per far produrre qui, dalle sapienti mani dei calzaturieri locali, le mirabili scarpe, di fatto tutte made in Italy.

Esposizioni a tema
Il MIC ospita sempre esposizioni a tema. Ora un’area è dedicata a Karl Lagerfeld, qui ricordato con una cinquantina di modelli che attraversano tutta la sua carriera. Il museo rende omaggio anche ad altri grandi della moda (Dior, Armani, Aldo Sacchetti, Aldrovandi, Paco Rabanne) con calzature che hanno fatto la storia del settore e hanno dettato le linee.  E poi ci sono la Wunderkammer, lo spazio dedicato ai designer emergenti e quello delle scarpe etniche.

Il valore del tacco a spillo
Vigevano resterà sempre la città in cui è nato il tacco a spillo, quello che maggiormente fa sognare e che ha avuto il pregio, nel dopoguerra, di modificare le forme della scarpa da donna in modo rivoluzionario. Un simbolo, che mantiene il suo punto di forza e che a breve primeggerà ancor di più, con la donazione di nuovi modelli di tacco a spillo da parte di Assocalzaturifici.

Ingresso e prospettive
All’ingresso del MIC si incontra la teca delle scarpe rosse (estratto dell’installazione di Elina Chauvet): rosse come il sangue sparso con gli atti di violenza sulle donne. Intanto si pensa a settembre: in occasione del prossimo Micam si darà forse spazio ad Arsutoria School. Il designer Armando Pollini, che del museo è l’anima, ha grandi idee: “Un luogo così visitato ha bisogno della collaborazione e del sostegno di tutti”. (ac)

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