Da High Point Market una notizia buona e una negativa: si vede tanta pelle, ma il mercato USA è intimidito

Tanta pelle in una fiera in tono minore. I primi riscontri che arrivano da High Point Market, la fiera dell’arredo e dell’imbottito che si tiene due volte l’anno in North Carolina, sono ambivalenti. Innanzitutto la proposta di materiali: nell’edizione appena conclusa (14-18 aprile) i circa 2.000 espositori hanno presentato molti modelli rivestiti in pelle. Anche chi è tradizionalmente più forte nel tessuto, ci racconta chi ha frequentato il salone, per questa collezione ha spinto sui pellami con ricchezza di colori e lavorazioni. La nota stonata, però, arriva dai visitatori, i 75.000 retailer attesi dall’organizzazione. L’edizione primaverile, di suo non la più prolifica per l’imbottito in pelle, si è rivelata freddina, così come la propensione all’acquisto tiepida. Perché? Le ipotesi sono varie. Influisce una certa saturazione del calendario fieristico statunitense, che vede High Point Market troppo vicina ad altri eventi analoghi. E poi il clima politico che si respira nel Paese: le tensioni commerciali degli ultimi mesi animate dall’amministrazione Trump avrebbe intimidito i consumatori finali.

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