Natuzzi, Natale in crisi: 479 esuberi e chiusura di 2 stabilimenti

Natuzzi, Natale in crisi: 479 esuberi e chiusura di 2 stabilimenti

Un Natale in crisi per la Natuzzi. A Roma, durante l’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per la presentazione del piano industriale 2026–2028 (in foto), Pasquale Natuzzi ha illustrato la strategia di rilancio per affrontare le difficoltà ormai di lungo periodo sui mercati internazionali. Il piano prevede un programma di investimenti, l’efficientamento produttivo, la riduzione dei costi e una profonda riorganizzazione della rete dei punti vendita. Il piano ha scatenato la veemente reazione dei sindacati. A loro avviso il piano si traduce in realtà in 479 esuberi su 1.878 lavoratori e la chiusura di due siti produttivi tra Puglia e Basilicata.

Natale in crisi

Durissima la presa di posizione di FILLEA CGIL Puglia, che definisce il piano aziendale “lacrime e sangue” e privo di una reale visione industriale. Secondo il sindacato, la proposta non offre garanzie sul futuro produttivo. “È una proposta evidentemente inaccettabile – afferma Ignazio Savino, segretario generale di FILLEA CGIL Puglia –. Se davvero si vuole guardare al 2028 bisogna farlo difendendo un’occupazione di qualità e gli stabilimenti in Italia, riportando qui i volumi produttivi e internalizzando il lavoro affidato al conto terzi”. Il sindacato calcola che il gruppo avrebbe ricevuto sostegni per 30 milioni di euro da Stato e Regione Puglia dal 2009 ad oggi.

 

 

La controversia

Il sindacato chiede il ritiro del piano e ha diffidato l’azienda dal procedere con azioni unilaterali prima della ripresa del confronto istituzionale. Nessuno spostamento di macchinari, trasferimento di attività o decisione irreversibile dovrà essere adottata fino alla nuova convocazione del tavolo ministeriale, fissata per il 25 febbraio 2026 a Palazzo Piacentini. Nel frattempo, su sollecitazione del MIMIT e con il supporto della Regione Puglia, è in programma il primo incontro regionale per il 9 gennaio, che dovrà preparare il confronto nazionale. Il futuro di Natuzzi resta dunque appeso al confronto tra azienda, sindacati e istituzioni. I prossimi mesi saranno decisivi per capire se il piano di rilancio potrà trasformarsi in un’occasione di sviluppo o se, al contrario, segnerà il ridimensionamento industriale. (aa)

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