Fibbie, tacchi, suole, catene e applicazioni. La filiera della componentistica e degli accessori è presente a Lineapelle 104 con nuove proposte per l’autunno-inverno 2025-2026. E non nasconde le difficoltà che direttamente piegano il settore, ma con l’idea di lottare per raggiungere la ripartenza. Puntando su nuovi materiali, miglioramento dei processi, acquisizione di nuovi contatti. Realisti: ma positivi, sempre.
Ne riparliamo nel 2026
EM Company (nella foto) progetta e realizza accessori moda e componenti per calzature, pelletteria e abbigliamento a Monte San Giusto in provincia di Macerata. Prima Covid riuscivano a registrare 400 commissioni, nel post Covid sono scese a 200, ma di maggior valore. L’asticella della ripresa, secondo chi lavora per questa azienda marchigiana, andrebbe spostata al 2026, mentre lo strass vistoso e lucente lascia sempre più spazio alle lavorazioni ad alta frequenza e all’utilizzo dell’embossing. Sempre per la componentistica di lusso, By Mora è una realtà della bergamasca che produce fibbie, con un’attenzione al matching tra stile classico e contemporaneo, in particolare per la moda femminile. “Il 70% del nostro fatturato è estero – spiegano i commerciali nello stand del padiglione 22 di Lineapelle 104 -. Quindi, è innegabile che si risenta fortemente della guerra in Ucraina, delle ritorsioni dalla Cina e che il voto degli USA è importante per capire dove andranno i venti commerciali. Ma siamo qui, perché vogliamo proporre la nostra offerta”.
La volontà dei tacchifici
Anche per i tacchifici si punta a risalire. Lo spiega in maniera consapevole Daniela Vinicio, seconda generazione di Davin, azienda nata come suolificio nel 1985 a Porto Sant’Elpidio e che oggi realizza tacchi e contrafforti. “I nostri clienti, oltre che nelle Marche, sono realtà spagnole e portoghesi. La fiera deve servire per intercettare nuovi contatti perché ormai davvero si è toccato il fondo e c’è bisogno di rialzarsi. Se siamo qui è perché vogliamo credere che ci sarà una ripresa reale a partire dal 2025″.
Attese razionali
Razionalità e attese di miglioramento da Lineapelle 104 per Suolificio Napoli. “Produciamo suole in termoplastica, in particolare per le sneaker, un prodotto che va sempre – ricorda Loreta Borrelli -. Ma abbiamo avuto un calo di commesse dal nord Europa. Non è possibile continuare a non avere marginalità e mettere del nostro: senza una svolta vera per il 2025 si rischia di chiudere“. Suole e non solo per DAMI, azienda nata nel 1968 a Sant’Elpidio a Mare che allo stallo del mercato risponde con un chiaro intento innovatore. “Cerchiamo di non rimanere fermi, di esserci in modo propositivo, realizzando fondi per calzature da uomo, donna e bambino – ricorda la CEO Elisabetta Pieragostini -. Oggi abbiamo materiali più leggeri e performanti con costi più bassi. Noi lavoriamo per il settore del lusso ma abbiamo anche una fascia intermedia, soprattutto sul mercato estero che rappresenta il 40% dei nostri clienti”. I prototipi realizzati con la stampa 3D hanno suscitato interesse. Ma la vera sfida da affrontare è capire come realizzare materiali realmente green, visto che i clienti chiedono materiali leggeri e anche di poter spaziare tra i colori.
Tacchi con i led
Italcompo, realtà di Casorezzo in provincia di Milano, realizza tacchi (per esempio, per Chanel, Louboutin e Hermès), componenti e stampi per calzature. “Abbiamo iniziato anche con i sovratacchi ed incontrato tanti brand emergenti che ci hanno chiesto prototipi – spiegano Davide e Giulia – che grazie al CAD e alle stampanti 3D riusciamo a realizzare in tempi brevi per poi arrivare al prodotto in ABS. Anche i tacchi che sembrano di ferro sono in realtà realizzati con questo materiale, messo nel rame e al quale poi si dà una scossa elettrica”. Ma ad abbagliare i potenziali clienti sono i tacchi con led incorporati, utili non solo per stupire.
Non basta l’intelligenza artificiale
Chi luccica sempre è CDC, che a Lineapelle intercetta potenziali clienti da ogni parte del mondo ma è naturalmente sempre pronto a customizzare quello che serve per il settore del lusso. “Oggi siamo un po’ tutti in modalità play safe – ricorda Valentina Stinchetti – perché si cercano prodotti rassicuranti. Noi continuiamo a realizzare accessoristica di alta gamma, catene da filo e di certo non abbiamo esaurito la nostra creatività, perché il prodotto che rivoluziona tutto ancora non è stato creato”. Non basta l’intelligenza artificiale, serve sempre la creatività delle persone.
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