Al Simac Tanning Tech segnali di ripresa e nuovi mercati

Al Simac Tanning Tech segnali di ripresa e nuovi mercati

Simac Tanning Tech ha aperto spiragli di ottimismo. Segnali di ripresa e nuovi mercati sono i due punti fermi. La manifestazione di riferimento per il settore delle macchine e tecnologie per le industrie calzaturiera, pellettiera e conciaria ha radunato 312 espositori, un quarto stranieri. Prevalgono le sensazioni positive da parte degli espositori in un mercato che sembra aver attraversato la sua fase più buia. Con una particolare attenzione al mercato africano.

Segnali di ripresa e nuovi mercati

“Simac Tanning Tech è stato in linea sia con le edizioni precedenti sia con le aspettative della vigilia” afferma Alex Corsico, CEO di Comelz. Che poi prosegue: “Il mercato è ancora piuttosto tranquillo ma ci sono alcuni segnali incoraggianti. Non torneranno i numeri del 2022 e primo semestre 2023? Non ne sarei così sicuro”. Comelz ha già compiuto un processo aggregativo guidato dal fondo NB Renaissance Partners. Un anno dopo l’ingresso del fondo, l’azienda attiva nella produzione di macchine per il taglio automatizzato utilizzate nei settori calzaturiero, degli accessori in pelle ed interni automotive ha acquisito la società di software Develer e Camoga, azienda specializzata nella produzione di macchine spaccapelli. “Nuove aggregazioni? Sempre possibili. Il mercato offre sempre delle occasioni e delle opportunità” replica Corsico. Oltre alle aggregazioni, l’altro tema forte del Simac Tanning Tech è stato il mercato africano. “Lasciando da parte le nazioni del Nord Africa, le altre producono per noi numeri invisibili. Se dovesse crescere tanto da offrire delle opportunità ci organizzeremo: non è difficile”.

 

 

Il mercato africano

“La notizia positiva di questa edizione del Simac è che c’è stato l’interesse dei clienti. Stanno ritornando a valutare nuovi acquisti dopo anni in cui si acquistava non per investire ma solo per bisogno” è l’impressione di Mauro Bergozza, CEO di Bergi e presidente Assomac. Anche Bergi è un’azienda che ha esplorato un processo aggregativo avvenuto da almeno un paio di anni. “Ci sono dei vantaggi come quello della condivisione delle competenze che portano ad un maggiore ventaglio di servizi da offrire ai clienti. Onestà e trasparenza sono fondamentali così come la mentalità. Il messaggio che cerchiamo di far comprendere agli associati Assomac è che il vicino di casa non è necessariamente un concorrente ma può essere un alleato. La concorrenza arriva dall’estero”. Quanto all’Africa, per Bergozza è una questione di fascia di mercato. Per cui chi è nella fascia alta, l’approccio è complicato per i costi elevati dei prodotti. “La valutazione potrebbe cambiare se si prendono in considerazione i servizi” termina il CEO di Bergi. (mv)

A sinistra Bergozza, a destra Corsico

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