Bene Almaty (chiusa ieri), così così Kiev, male Mosca: le fiere ad Est della scarpa italiana tra nuovi ordini e problemi di valuta

Si è chiuso ieri ad Almaty (Kazakistan) il trittico di manifestazioni nell’area CSI per la calzatura italiana. “È stata una manifestazione più redditizia rispetto a Obuv Mosca e Shoes from Italy Kiev. Anche grazie all’effetto di Expo 2017, che si svolgerà qui ad Astana, abbiamo ricevuto diversi nuovi clienti” dice Marino Fabiani, coordinatore del laboratorio CSI per Assocalzaturifici. In Ucraina le presenze sono aumentate (+20%) ma gli ordini sono stati limitati. “Gli ucraini avevano già acquistato a theMicam e all’Obuv. Sono quelli che più degli altri cercano prodotti economici, anche se non proprio made in Italy” commenta lo stesso Marino Fabiani. Il bilancio finale della spedizione nell’area CSI era stato, però, già compromesso dal deludente esito dell’Obuv di Mosca, la prima in ordine cronologico delle tre manifestazioni e di gran lunga la più importante. Tante aspettative alla vigilia, ma alla fine buyer in calo del 20% e ordini che non sono arrivati. “A Mosca, Kiev e Almaty abbiamo percepito una gran voglia di ripartire che però viene frenata dalle valute. Nonostante l’esito dell’Obuv, nell’area CSI abbiamo visto segnali che ci fanno ben sperare per il futuro” conclude Fabiani. A proposito delle prospettive (e dei problemi) del mercato russo, non perdere l’approfondimento nel n. 34 de La Conceria, in distribuzione dal prossimo mercoledì. (mv)

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