Fiere della pelle sulle vie della seta: a Chennai la concia spera nell’upgrading qualitativo, in Turchia è battaglia sul wet blue

Rispetto all’ultima edizione si è visto più traffico di visitatori, mentre molti espositori raccontano di aver ricevuto visite da buyer di brand di livello più alto rispetto a quelli che di solito partecipano alla fiera. I primi riscontri dell’India International Leather Fair (IILF), in programma dal primo al 3 febbraio a Chennai, sono tendenti al positivo. Presto per trarre bilanci, ma per i 450 espositori (160 dall’estero) sembrerebbe una tre giorni prolifica. La parola d’ordine dell’area pelle indiana per il prossimo futuro è “Green”: il mercato si fa esigente, la sostenibilità sociale e ambientale è all’ordine del giorno anche a Nuova Delhi. Segnali più contrastanti, invece, arrivano dalla Turchia. Negli stessi giorni dell’IILF a Istanbul era in programma l’Alleather-IDF. Sembra che molte concerie locali, spinte dalla domanda interna depressa e dalla svalutazione della lira turca, abbiano smesso di conciare pelli finite e si siano dedicate al wet-blue da esportare. Se lo scenario non dovesse cambiare, altre imprese sono pronte a seguire la stessa strada: acquirenti da Spagna, Italia e Portogallo sono già alla porta. Stando a quanto riporta la stampa internazionale, una cordata di concerie avrebbe provato a fare lobby col Governo Erdogan per aumentare il dazio sull’export di semifinite, così da disincentivare la conversione e risolvere un problema a quegli operatori turchi che oggi hanno problemi ad approvvigionarsi sul mercato domestico. Ankara, finora, non ha accolto la richiesta.

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