Obuv, la scarpa italiana alla conquista di Mosca. Ma gli espositori non si illudono: “Il mercato russo rimane complesso”

Obuv Mir Kozhi che inizia domani a Mosca si annuncia molto complicato a causa delle traversie che frenano l’export italiano verso il mercato russo. Sono oltre 200 le aziende di calzature e pelletteria da 13 Paesi che esporranno le loro collezioni invernali nell’edizione numero 51 del salone. Per la manifestazione, che chiude venerdì, si attendono circa 12.000 visitatori. Saranno 114 le imprese calzaturiere italiane presenti, di cui 62 marchigiane. “Le aspettative non sono delle migliori. Il problema principale è che i clienti medi non ci sono quasi più” commenta Arturo Venanzi, coordinatore Laboratorio Russia e Paesi CSI per Assocalzaturifici. “Ora la fiera non è più frequentata come in passato da boutique e department store (che comprano in anticipo) e da catene di distribuzione del prodotto medio basso. Inoltre, la fiera arriva a conclusione della stagione, mentre qualche anno fa ne era al centro ed era cruciale per i clienti medi. Comunque i buyer, anche se con meno quantitativi, restano sempre affascinati dai prodotti made in Italy, cui non vorrebbero rinunciare”. Per Massimo Cerutti, del calzaturificio Cerutti: “C’è stata una implosione generale del mercato. La situazione economica è peggiorata un po’ ovunque e questo ha portato una stagnazione dei consumi. E la Russia, che non fa eccezione, deve fare i conti, con le tensioni, le sanzioni”. Di situazione generale e di fiera complicata parla anche Lara Verdecchia del brand Luca Verdi: “Sono piuttosto ottimista perché presentiamo la collezione invernale che è quella più importante per il mercato russo, nonché la più apprezzata, ma non mi faccio molte illusioni”. (mv)

Foto da obuv-expo.ru

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