Per la pelle italiana il 2018 è un anno difficile: ma cresce la Francia (+4%) e il mercato non abbandona il made in Italy

Il 2018 per la concia italiana è stato un anno difficile. Secondo i dati (ancora provvisori) elaborati dal Servizio Economico di Lineapelle il volume di produzione è calato dell’1,8%, mentre il valore ha ceduto il 3,4%. La lentezza della pelle italiana non è un caso isolato, ma è il riflesso di una congiuntura internazionale difficile: come riporta lo stesso Market Insights, nel 2018 hanno sofferto (con le eccezioni di Spagna e Portogallo) tutti i Paesi produttori di bovine medio-grandi, così come sudamericani e asiatici (tranne la Turchia, che ha visto crescere anche il settore ovicaprino).
I trend
Tornando alle performance della concia italiana, spicca la crescita dell’export verso la Francia (+4%), che si accompagna a quello di Spagna (+1%) e Vietnam (+4%). A zavorrare i dati sono, invece, le perdite di Cina e Hong Kong (-17%), Romania (-6%) e USA (-10%). A proposito di tipologie, ottengono risultati positivi le bovine medio-grandi (a eccezione del cuoio da suola), mentre faticano le pelli piccole.
L’ultimo trimestre
Il quarto trimestre del 2018 della concia italiana (clicca qui per leggere la Nota Congiunturale di Lineapelle) è in scia con i risultati dell’anno. Anche nel periodo ottobre-dicembre  le bovine medio-grandi ottengono i risultati migliori (+2%), mentre le piccole e le ovicaprine si attestano in area negativa in confronto allo stesso trimestre del 2017. I vitelli, invece, risultano in calo in tutti i principali Paesi produttori.
Le conseguenze di un anno complesso
Tornando all’analisi dell’intero 2018, il Servizio Economico di Lineapelle può sostenere che malgrado “le differenti tendenze di domanda”, “i più importanti settori clienti hanno complessivamente continuato a premiare l’alta qualità, la sostenibilità ed il forte carattere innovativo delle pelli prodotte in Italia”. I clienti della concia italiana, insomma, non hanno affatto abbandonato i loro fornitori: in questo senso “l’attuale situazione di incertezza dell’economia globale” ha posto “ostacoli all’espansione dei listini ma senza – conclude la nota – gravi conseguenze nei quantitativi richiesti”.
Gli altri materiali
Una scorsa ai trend degli altri materiali conferma la complessità del 2018 per la filiera della moda. I tessuti hanno ceduto il 7%, mentre il rigenerato di fibra di cuoio il 6%: in area positiva si attestano i sintetici, ma senza particolari boom (+2%). Conoscono una buona performance le minuterie metalliche europee (+8%) e i componenti per calzatura (+3%).

 

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