Tutta la verità sulla Russia: la scarpa italiana, da domani, cerca di scoprirla a OBUV. Spazio anche per la pelletteria

Parte domani all’Expocentre di Mosca, per concludersi venerdì, l’edizione numero 48 di OBUV Mir Kozhi, salone organizzato in collaborazione con Bologna Fiere e Assocalzaturifici. Partecipano 220 marchi provenienti da 12 Paesi che esporranno le proprie collezioni su una superficie di circa 4.800 metri quadrati. Circa 150 le aziende italiane presenti (200 brand) a caccia di buyer russi. “Presidiare questo mercato resta fondamentale per le nostre aziende” afferma Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici. “Nei primi sei mesi del 2017 l’export italiano di calzature verso la Russia ha registrato incrementi del 17% in valore e del 27,6% in quantità, con oltre 3 milioni di paia vendute. Un recupero incoraggiante, ma ancora parziale, se pensiamo che le vendite attuali sono ancora inferiori del 45% in valore e del 27% in volume rispetto al primo semestre 2013”. “Le aspettative per questa edizione di OBUV sono buone. Non mi attendo ulteriori arretramenti, anzi…” ci dice Marino Fabiani che, con Arturo Venanzi, guida il Laboratorio CSI in seno ad Assocalzaturifici. “Con un layout degli spazi aggiornato, moduli espositivi totalmente rinnovati diamo alle aziende la possibilità di valorizzare al meglio le collezioni in esposizione. ICE ci sta dando una mano importante nell’identificazione dei buyer a più alto potenziale di acquisto per il prodotto made in Italy” ha dichiarato Venanzi. Gli espositori cercano stabilità dopo le forti oscillazioni che ha avuto il mercato in questi ultimi periodi, riflettendo anche i saliscendi del rublo. A OBUV esporranno anche alcune aziende di pelletteria supportate da AIMPES. Obiettivo: aprire nuovo sbocchi su un mercato che nel 2016 ha comprato il 13,6% di borse italiane in più. (mv)

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