Verso Mifur, la pellicceria teme un calo produttivo

Prospettive in discesa, dopo un buon 2013, per la pellicceria italiana. I dati presentati stamane a Milano nel corso della conferenza stampa di lancio del prossimo Mifur (4-7 marzo) indicano un calo atteso dagli operatori compreso tra l’1,7% di retail diretto e wholesale per i consumi interni e del 2,8% da parte dei terzisti delle griffe per la produzione, il cui giro d’affari è stimato a 648 milioni di euro, di cui un terzo destinato all’export. Nel 2013 la prima destinazione dell’export di pellicceria italiana è stata la Russia, con 47 milioni di euro (18%), seguita da Cina e Hong Kong (34 milioni, pari al 13%) e Francia (33 milioni, 12%). Il sentiment negativo dipende però dalla situazione macroeconomica italiana e potrebbe essere ribaltato da un andamento positivo del Mifur, che tuttora rappresenta un appuntamento decisivo per le vendite del settore. Oltre 200 gli espositori attesi in fiera a Milano, di cui 108 italiani, 84 stranieri (con diverse new entry) e 13 tra la stampa di settore. “Assistiamo a una specie di miracolo, considerando il momento storico” afferma il presidente di Mifur, Norberto Albertalli, “e siamo credo l’unica fiera con un trend positivo. Abbiamo deciso di mantenere gli attuali due padiglioni a Milano Rho, nonostante la possibilità di aggiungerne un terzo, per evitare dispersioni di pubblico”. Sarà l’ultima edizione di Mifur a marzo, dal prossimo anno si passa a metà febbraio. “Anticipazione epocale e difficilissima per noi, ma volevamo assecondare le necessità di anticipare da parte della moda e seguire i nostri partner Micam e Mipel” conclude Albertalli. (ag)

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