Il recap d’agosto tra bilanci in bilico e poltrone che cambiano

Il recap d’agosto tra bilanci in bilico e poltrone che cambiano

Ecco i risultati finanziari di 10 aziende (4 statunitensi, 3 europee e 3 italiane) diffusi durante la nostra pausa estiva. Un recap d’agosto tra bilanci in bilico, poltrone che cambiano e dichiarazioni interessanti in ottica M&A.

Il recap d’agosto brand per brand

TAPESTRY
La società USA ha completato la vendita di Stuart Weitzman a Calares per 108,7 milioni di dollari. Nel quarto trimestre dell’esercizio 2024/2025, il gruppo ha registrato un fatturato record di 1,7 miliardi di dollari, +8% rispetto all’anno precedente. Un aumento trainato dalle vendite di borse Coach (i ricavi del marchio sono cresciuti del 14%). Mentre Kate Spade è in calo del 13% e Stuart Weitzman del 10%. Il trimestre si è chiuso con una perdita netta di 517 milioni. Per l’intero esercizio, le entrate di Tapestry sono aumentate del 5% a 7 miliardi di dollari, con Coach +10%, Kate Spade -10% e Stuart Weitzman -11%.

RALPH LAUREN
I ricavi per i tre mesi terminati a giugno sono aumentati del 14% a 1,7 miliardi di dollari (+11% a cambi costanti). L’utile netto è aumentato del 30,7% a 220,4 milioni. La società ha una andamento molto positivo ma, ha detto il suo CEO Patrice Louvet in merito ai dazi USA: “Non sappiamo come i consumatori risponderanno a quello che probabilmente sarà un ambiente più inflazionistico”. Lo riporta WWD.

CAPRI HOLDINGS
Jimmy Choo non è in vendita”. Lo ha detto il CEO di Capri Holdings John Idol, che ha rimarcato come oltre il 50% della produzione viene svolta internamente nelle due fabbriche italiane del marchio (fonte WWD). I ricavi nel trimestre aprile-giugno (il primo dell’esercizio 2025/2026) sono scesi del 6% a 797 milioni di dollari (-7,7% a cambi costanti). A livello di vendite per singoli marchi: Michael Kors -5,9%, Jimmy Choo -6,4% mentre Versace non è stata inclusa (il marchio è stato ceduto al gruppo Prada). L’utile netto è salito a 56 milioni di dollari dai 5 milioni dell’anno precedente.

STEVE MADDEN
Nel periodo aprile-giugno 2025, i ricavi sono aumentati del 6,8% a 559 milioni di dollari. Ma il trimestre si è chiuso con una perdita netta di 39,5 milioni. Il CEO Edward Rosenfeld ha sottolineato la difficile riorganizzazione della supply chain (a livello di costi e tempi di consegna) in base ai mutevoli dazi USA.

L’altalena dei risultati

SALVATORE FERRAGAMO
Focus su borse e scarpe per invertire la rotta. Nel primo semestre 2025 i ricavi del marchio sono stati di 474 milioni di euro, -9,4% a cambi correnti e -7,1% a cambi costanti rispetto al primo semestre 2024. Nel solo secondo trimestre 2025, le entrate sono state di 253 milioni di euro, -14,6% a cambi correnti e -11,8% a cambi costanti, penalizzate dal canale wholesale. Il margine lordo del primo semestre è stato di 321 milioni di euro, in calo del 15%. Il gruppo Ferragamo, nel proprio comunicato, sottolinea di aver “avviato un’approfondita analisi del nostro posizionamento di brand, con cambiamenti tangibili, con l’obiettivo di garantire piena coerenza e allineamento tra stile, prodotto, comunicazione e canali di distribuzione”. La società vuole focalizzarsi sul core business delle scarpe e della pelletteria. Per offrire un assortimento globale, calibrato alle specificità geografiche, attraverso una struttura di collezione più efficiente, caratterizzata da una maggiore profondità, un minor numero di referenze e un’ottimizzazione dell’architettura dei prezzi.

AEFFE
Il primo semestre si è chiuso con ricavi pari a 100 milioni di euro, -28% a cambi correnti e costanti rispetto all’analogo periodo dell’esercizio precedente. I ricavi per singoli marchi: Moschino -32%, Alberta Ferretti -22%, Philosophy -23% e Pollini -7%. Il gruppo ha comunicato le dimissioni di Roberto Lugano dalla carica di amministratore e l’ingresso di Marco Gobbetti (ultimo incarico da Ferragamo) come amministratore non indipendente nel board.

Cambi ai vertici

PINKO
Nel primo semestre, i ricavi hanno raggiunto i 116,8 milioni di euro, -6%. Il risultato operativo è però positivo di circa 7 milioni di euro, rispetto al -7,79 milioni dello stesso periodo del 2024. Pietro Negra, presidente di Pinko, ha comunicato che Laura Manelli è la nuova CEO. (fonte Fashion United)

HUGO BOSS
La società ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con vendite pari a 1 miliardo di euro, in calo dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+1% a cambi costanti), superando leggermente le attese degli analisti. Grazie alla riduzione dei costi, l’utile operativo è aumentato del 15% a 81 milioni di euro, superando le previsioni. Così come l’utile netto, che è cresciuto del 27% a 47 milioni di euro.

Vendite in calo

BIRKENSTOCK
Il terzo trimestre dell’esercizio 2024/2025 si è chiuso con ricavi a 635 milioni di euro, +12% a cambi correnti e +16% a cambi costanti. L’utile netto è aumentato del 73% a 129 milioni. Buona performance per le vendite di calzature chiuse (+4% di quota sui ricavi complessivi rispetto a un anno fa) che hanno spinto in alto il prezzo medio di vendita. Nel trimestre, la società ha investito circa 22 milioni per ampliare la capacità produttiva. L’azienda gestirà l’impatto dei dazi USA con adeguamenti di prezzo, disciplina sui costi e gestione delle scorte per proteggere la redditività di lungo termine del marchio.

MANOLO BLAHNIK
Nel 2024, le vendite sono diminuite del 19% a 86,4 milioni di euro. Nonostante questo calo, il 2024 è stato il terzo miglior anno di sempre dopo il 2022 e il 2023. I risultati finanziari del marchio hanno evidenziato un aumento delle vendite dirette del 13%. Che hanno raggiunto la quota del 32% sul fatturato complessivo rispetto al 22% nel 2023. Il calo dei ricavi è dovuto proprio a questo passaggio verso un modello di business incentrato sulle vendite dirette. Gli investimenti per aprire e rinnovare i negozi hanno portato ad una significativa diminuzione della marginalità. L’Ebitda è stato di 8,4 milioni di euro, in calo del 61%, rispetto ai livelli di un anno fa (fonte WWD). (mv)

Foto Ferragamo e Stuart Weitzman

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