La congiuntura imprime nuovo senso alla “grande concentrazione”

grande concentrazione

L’ultima operazione di cui si è avuta notizia è stato l’ingresso di Chanel nel capitale di Nuova Impala. Ma da mesi assistiamo a quella che dalle pagine del mensile La Conceria (numero luglio / agosto) definiamo “la grande concentrazione”. Siamo davanti a formule di aggregazione lungo la filiera se non nuove nelle forme, aggiornate nelle intenzioni. Spesso (ma non sempre) coinvolgono i brand. Implicano una ridefinizione delle sinergie tra stakeholder nel comune interesse di rispondere alle sfide di qualità e sostenibilità di prodotto, oltre che di integrazione di industriale.

 

 

Dalle pagine del nostro mensile

Il numero di luglio / agosto de La Conceria si intitola “La pressione sulla pelle”. Perché è evidente che la congiuntura di crisi in corso dalla fine del 2023 costringe la filiera a rimodellarsi sotto molteplici punti di vista. “Le imprese si aggregano, le filiere si integrano, gli approvvigionamenti e gli investimenti finanziari si diversificano – è il commento di Fabrizio Nuti, presidente di UNIC – Concerie Italiane –. Le offerte produttive si ampliano o si concentrano. Anche se probabilmente non saremo tutti d’accordo a riguardo, questo, secondo me, è un segno di salute per il settore. Un brand del lusso non investe nel capitale sociale di una conceria se non crede nel materiale pelle. Così come un fondo finanziario non lo farebbe se reputasse che il business conciario non sia interessante nella marginalità di profitto (che sia a breve o medio termine)”.

Clicca qui per leggere la versione integrale de “La grande concentrazione”

Qui per sfogliare il sommario de “La pressione sulla pelle”

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